«Il modello di sviluppo socioeconomico va messo in sinergia con la conoscenza delle dinamiche ambientali, quindi partendo dalla situazione ambientale del sito di interesse nazionale e come questo possa essere la base per uno sviluppo sostenibile per il territorio crotonese». È la proposta di Salvatore Straface, professore ordinario di idraulica all’Università della Calabria, intervenuto all’incontro “Cultura ed etica del lavoro: scenari, sfide e opportunità” organizzato a Crotone dall’associazione Io resto.

Bonifica e sviluppo sono collegati

«L’idea – aggiunge – è che non si può palare di bonifica se non si ha un’idea di sviluppo, ma non si può parlare di sviluppo sostenibile se non si conoscono i vincoli ambientali. A mio avviso, l’errore fatto fino ad oggi è che le due progettualità non si sono mai incontrate, per cui la tecnica di bonifica influenzerà lo sviluppo, ma lo sviluppo influenzerà anche la tecnica di bonifica». Serve, dunque, «un processo di progettazione inclusiva e partecipata dal basso con tutti gli stakeholder per individuare uno sviluppo sostenibile del territorio». Di bonifica, a Crotone, si parla da circa 20 anni «ma non è mai troppo tardi. Credo che bisogna prendere coscienza del punto dove siamo e progettare insieme il futuro della città».

Una visione per la città

L’incontro, a cui hanno partecipato diversi relatori sia in presenza che collegati in videoconferenza, ha fornito spunti per offrire una visione per la città con l‘obiettivo, ci ha spiegato il presidente di Io resto, Gianni Pitingolo, «di vedere quali opportunità possono aprirsi per la nostra città. La nostra visione punta sul fattore umano e sui luoghi, ma soprattutto cerchiamo di fare rete, collegamenti, in modo che anche chi non ha deciso di restare qui, possa apportare il suo contributo e fare in modo che possa creare un modello di sviluppo per la città».