Premio cultura mediterranea a Pinar Selek: «Lo dedico alle donne esiliate»

VIDEO | Al Teatro Rendano la cerimonia di consegna del riconoscimento istituito dalla Fondazione Carical e giunto alla tredicesima edizione. Tra i premiati anche la giovane ricercatrice calabrese Francesca Algieri

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di Salvatore Bruno
5 ottobre 2019
00:12

Ha lasciato nel 2009 la Turchia trovando rifugio in Francia dopo due anni e mezzo di carcerazione e torture perché accusata di terrorismo e di legami con il Pkk. Pinar Selek, sociologa, è un baluardo delle battaglie per le minoranze. A lei è dedicato anche uno degli alberi piantati nel Giardino dei Giusti di Milano. Sul palco del Teatro Rendano di Cosenza ha ricevuto il Premio della Cultura Mediterranea, istituito dalla Fondazione Carical, per la sezione società civile.

Una dedica speciale

Ha dedicato il premio a tutte le donne esiliate come lei, e in particolare «a tutte le lucciole che sfidano le frontiere, le fortezze, i fascismi, le violenze e che trasformano il mondo attraverso azioni di solidarietà concrete, poesie e filosofie di emancipazione. In tutto il nostro Mediterraneo – ha aggiunto prima di ricevere il premio dalle mani del presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca e dall’Assessore regionale Maria Francesca Corigliano – la criminalizzazione della mobilità delle oppresse e degli oppressi si traduce in corpi di ghiaccio, corpi morti, corpi che non sognano più, o in schiavi senza protezione, senza diritti, in tutta l’Europa occidentale. È in corso una lotta infernale tra due mondi: il mondo degli oppressori, dei dominanti che posseggono armi, prigioni, denaro. E il mondo delle lucciole che difendono e creano vita, bellezza, poesia. Sono orgogliosa di fare parte del mondo delle lucciole, che prendono le luci dei propri sogni e fanno luce quando cala la notte – ha sottolineato Pinar Selek – Mi trovo qui come donna rifugiata, come scrittrice, militante, come ricercatrice, come donna mediterranea. Con i miei scritti e le mie azioni, cerco di resistere e di contribuire alla costruzione di una controcultura fondata sulla solidarietà, sulla libertà e la giustizia».


Prestigioso parterre

Di altissimo profilo anche gli altri premiati: nella sezione scienze dell’uomo Peter Frankopan, storico dell’Università di Oxford, attualmente alla guida dell’Oxford Centre for Byzantine Research; nella sezione cultura e informazione Lucia Goracci, inviata di guerra della Rai in Medioriente. E ancora Juan José María Micó nella sezione traduzione per la sua Divina Commedia in versione spagnola, Sonia Serazzi nella sezione narrativa con il romanzo Il cielo comincia dal basso, edito da Rubbettino, l’autrice esordiente Emanuela Canepa, per la narrativa giovani, con L’animale femmina, edito da Einaudi.

Riconoscimento speciale per una ricercatrice calabrese

Il premio speciale è andato a Francesca Algieri, nativa di Corigliano Calabro, membro del team dei ricercatori di Immunologia delle mucose e Microbiologia dell’Istituto Humanitas di Milano. Il gruppo sta mettendo a punto un vaccino anticancro per la prevenzione del melanoma e del sarcoma. La cerimonia di premiazione è stata condotta da Laura Chimenti. Giunta alla tredicesima edizione, la manifestazione promuove i valori dell’accoglienza, del dialogo e dell’integrazione tra le diverse culture che si affacciano sul Mare Nostrum. Il Premio, giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione, intende riconoscere i meriti di quanti favoriscono il dialogo e la comprensione tra le diverse espressioni culturali del Mediterraneo e contribuiscono all’approfondimento e alla conoscenza delle culture mediterranee, anche nelle loro implicazioni di attualità. E’ istituito e promosso dalla Fondazione Carical, oggi guidata dall’avvocato Luigi Morrone, e presieduto da Mario Bozzo, che abbiamo intervistato al termine della cerimonia presentata dalla giornalista Laura Chimenti.

 

Giornalista
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