Grande partecipazione di pubblico ai lavori di inaugurazione della XVIII edizione del “CoriglianoCalabroFotografia” tenuti ieri al Castello Ducale di Corigliano Rossano. Presenze da tutto il Sud Italia e anche oltre. Estremamente soddisfatto il presidente dell’Associazione Corigliano per la fotografia Gaetano Gianzi che ha sottolineato la valenza e il prestigio che di anno in anno sta assumendo il festival verso cui, tuttavia, «le istituzioni ai vari livelli dovrebbero prestare maggiore attenzione», riferisce con un pizzico di amarezza.

Ricca la sezione delle mostre fotografiche, che resteranno aperte dal 5 settembre al 31 ottobre e quest’anno saranno presentate da Fulvio Merlak, presidente onorario Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). «La mission è quella di promuovere la fotografia e di promuovere il territorio attraverso la fotografia», continua Gianzi.

Giovani, pesca, cultura, libri, tanti i temi al centro della XVIII edizione. Una delle argomentazioni trattate è stato il fotogiornalismo che è «in forte crescita - riferisce Gianzi -, in considerazione del fatto che le immagini rappresentano una sintesi e spesso fanno il giro del mondo».

Tra gli ospiti di prestigio Lorenzo Cicconi Massi che ha ricevuto numerosi premi nel settore della fotografia e con esperienze cinematografiche e nella scenografia. “I ragazzi di Calabria” è questo il fronte toccato: «Non credevo di trovare così tanta vitalità, dichiara Massi, frutto forse anche dei tanti pregiudizi che ci sono sulla Calabria. Sono stato travolto dalla generosità delle persone che mi hanno accompagnato in questo lavoro. Ho cercato di creare un connubio equilibrato tra i giovani, la bellezza del territorio e i luoghi che frequentano». Uno degli auspici dell’artista è che i giovani «non se vadano dalla Calabria per necessità». Come si fa? «Non lo so, risponde Massi, non sono un politico. Bisogna forse amare la terra dove si sta e non vederla solo come un punto di partenza. Se si ama un posto sono sicuro che si trovano anche le energie per restarvi e investirci». 

Espositori e riconoscimenti 

Al festival lavori ed esposizioni di: Michele Di Donato, Antonello Di Gennaro, Danilo Garcia Di Meo, Lorenzo Cicconi Massi, Maria Cristina Comparato, Francesco Faraci, Giorgio Galimberti, Rosa Mariniello, Pierpaolo Mittica, Raffaele Petralla, Roberto Polillo, Clorinda Scura (autrice del circolo organizzatore Corigliano per la Fotografia), Roberto Strano, Valentina Tamborra. L’organizzazione ha concepito due workshop. Il primo di Francesco Cito dal titolo «MARE NOSTRUM barche pescatori e pesca, il racconto della notte dei tempi» (3-4-5 settembre). Il secondo di Angelo Ferrillo dal titolo: «Dal progetto al portfolio, tre giorni per raccontare una storia». (3-4-5 settembre). 

Due gli incontri con gli autori di grande rilievo. Domenica 5 settembre alle 10.30 e poi alle 11.30 ci sarà la possibilità di ascoltare prima l’Autore dell’Anno Lorenzo Cicconi Massi, e poi Pierpaolo Mittica, autore del reportage su Chernobyl 30 anni dopo. Da sottolineare le letture del Portfolio Jonico, quattordicesima edizione, inserito all’interno del Portfolio Italia.  Altro riconoscimento che verrà assegnato è il secondo Corigliano Calabro Book Award. 

Sarà premiato dalla giuria - composta da Gaetano Gianzi, Francesco Cito, Angelo Cucchetto - il lavoro “Non è l’America” di Stefano Pia. Premiazione domenica 5 alle 18, cui farà seguito la premiazione del portfolio.  Valentina Tamborra ha presentato il suo lavoro: “Skrei- Il Viaggio, una storia tra Italia e Norvegia”. Lo skrei è un particolare tipo di merluzzo norvegese, che compie ogni anno una vera e propria migrazione dal mare di Barents verso le acque più calde della costa settentrionale norvegese al fine di riprodursi. Ed è proprio il viaggio il filo rosso che collega la storia di un pesce a quella di uomini coraggiosi. Una storia di migrazione, di ricerca, di scoperta, che partendo da Venezia e passando per Roma, è arrivata oltre il Circolo Polare Artico, in Norvegia, alle Isole Lofoten. Un viaggio lungo chilometri, attraverso epoche e mondi lontani eppure legati l’uno all’altro, dove la cucina diventa elemento di unione.