Il libro, venuto alla luce in una stamperia nel quartiere Giudecca, è ancora oggetto di studio in tutto il mondo

Dato ai caratteri nella Giudecca di Reggio Calabria, il 18 febbraio del 1475, soltanto 20 anni dopo l’invenzione di Gutenberg, dal tipografo ebraico italiano Avraham Ben Garton. Si tratta del più antico libro in lingua ebraica stampato con data certa e che oggi compie 550 anni: il Commentario al Pentateuco a cura del fine esegeta francese Rashi (Rabbi Shlomo Yitzhaqi) .

Una vestigia preziosa della vitalità culturale della Reggio antica dove nel quartiere della Giudecca operò una stamperia con i caratteri mobili dove venne alla luce il prestigioso commentario di Rashi, tra i più autorevoli studiosi della Torah, vissuto tra il 1040 e il 1105.

Un libro che, a distanza di oltre cinque secoli, per la comunità ebraica mondiale è ancora tra i più importanti mai scritti. Un’esperienza che valse a Reggio la ribalta della storia della stampa Ebraica.

Del prezioso incunabolo ebraico, scoperto dal bibliofilo Giovanni Bernardo De Rossi e dallo stesso donato alla Biblioteca Palatina di Parma dove è così conservata l’unica copia originale nella sua interezza, dal 2006 una copia anastatica è custodita presso la biblioteca Pietro De Nava di Reggio Calabria. Dei Frammenti di un'altra copia si trovano presso la biblioteca del Jewish Theological Seminary di New York.

Non solo il pregio di un manoscritto stampato agli albori da un tipografo e pioniere dei caratteri mobili, Avraham Ben Garton, e l'autorevolezza di Rashi che ne era autore. Ma anche la sopravvivenza di una sola copia integra che non è solo la più antica finora trovata in lingua ebraica recante data certa ma è anche l'unico libro in lingua ebraica stampato a Reggio Calabria di cui vi sia traccia.

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