A soli sei mesi dalla scomparsa della campionessa del mondo di volley Sara Anzanello, la cosentina Santelli editore pubblica postumo Chiamatemi ancora Anza, scritto autobiografico della giocatrice, deceduta a soli 38 anni dopo una carriera costellata di titoli e successi. Ha vinto tra l'altro l'oro europeo nel 1998 con la nazionale Under 19, l’oro ai mondiali nel 2002 con la maglia azzurra, 2 Coppe del Mondo nel 2007 e 2011, il riconoscimento personale di Miglior Muro al World Grand Prix del 2006.

Costretta a un trapianto di fegato

Considerata tra le più quotate giocatrici di pallavolo nel panorama sportivo italiano ed internazionale, nel 2013 viene colpita da una epatite fulminante in Azerbaijan, dove gioca per l’Azerrail Voleybol Klubu. Sottoposta in Italia ad un trapianto di fegato d'urgenza, inizia durante la riabilitazione, a scrivere i primi capitoli della sua autobiografia. Un libro in cui raccontarsi, in cui mostrarsi come alla fine la copertina del suo libro la raffigura: amazzonica, una donna che prende in mano la propria vita e non si piange addosso. Ritornerà in campo diventando testimonial dell'Associazione Italiana Donatori di Organi (Aido).

Linfoma killer

Nell'agosto 2018 però, le viene diagnosticato un linfoma. Non si vuole arrendere e augura il meglio alle #TerribiliRagazze della nazionale azzurra, appena rientrate dal Giappone. Ma nel successivo mese di ottobre, la malattia ha il sopravvento sul suo vigore. La sua storia ha commosso l'Italia. Per questo i suo familiari hanno reso giustizia al suo desiderio, concludendo il libro che aveva intrapreso. «Scrivere le dava forza ed energia - hanno affermato presentando la pubblicazione - Era perfettamente consapevole del ruolo sociale che gli atleti hanno nella società civile e intendeva trasmettere ai tifosi che l'hanno conosciuta la sua esperienza di vita e l'importanza della donazione degli organi. Abbiamo terminato il lavoro di Sara e dato alle stampe il libro per suo espresso desiderio e per celebrare il suo sorriso, la sua energia, la sua voglia di vivere». Tutto il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficenza. Un modo per rendere omaggio al desiderio di questa eroina dei giorni nostri.