La Fidapa pitagorica, insieme alle istituzioni e alle associazioni ha presentato ufficialmente questo documento che tutela le donne del futuro
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Tutelare le donne del futuro partendo dall'infanzia: in questo senso si inserisce la Carta dei Diritti delle Bambine sottoscritta dalla Fidapa nazionale, un documento composto da nove articoli che si inserisce nel più ampio tema della violenza sulle donne, si ispira alla Convenzione ONU sui Diritti del fanciullo del 1989, distinguendosi in termini di caratteristiche e bisogni. Anche la città di Crotone ha accolto questa Carta, grazie alla sinergia tra la sezione locale della Fidapa, l'Unicef, le istituzioni e i rappresentanti legali.
«Chiudere una Carta dei Diritti con soli nove articoli – ha dichiarato la referente crotonese del documento Cinzia Calizzi – significa che dobbiamo costruirlo insieme l'elenco completo. Manca, forse, una maggiore consapevolezza per quanto l'istruzione, la formazione, poiché le donne istruite hanno una sicuramente una marcia in più per loro stesse e sia per la società. Sono aspetti che non mancano, ma andrebbero maggiormente sottolineati. Una Carta che deve aiutare le bambine ad essere consapevoli del proprio ruolo, della propria dignità di donne del futuro. La società non rispetta abbastanza questi diritti perchè manca, a volte, in alcuni contenti la sensibilizzazione e il rispetto nei confronti delle bambine».
«E' un atto messo in campo dalle nostre presidentesse prendendo consapevolezza di tutte le violenze e del degrado che la donna stava subendo a causa delle stesse – ha dichiarato ai nostri microfoni l'avvocatessa Patrizia Pelle, coordinatrice crotonese della Carta – sono delle linee guida affinchè la donna, fin dalla nascita, prenda consapevolezza dei suoi diritti e doveri, in modo che da adulta sarà in grado di marginare e difendersi dalla violenza, e non subirla».
«C'è il bisogno di creare un humus culturale che promuova le bambine – ha dichiarato la presidente crotonese della Fidapa Nella Mustacchio – l'iniziativa messa in campo deve rappresentare un impegno corale da parte della società per la salvaguardia dei diritti della bambina; la Carta sarà successivamente passata nelle scuole, nelle famiglie e nella parrocchie, luoghi dove si deve formare
un nuovo rispetto nei confronti della bambina, e quindi della futura donna».