Le polpette, in calabrese pruppette, purpette ed in alcune zone vrasciole, sono, in generale, uno dei punti cardine della cucina calabrese. Questo piatto, emblema della domenica calabrese in famiglia, o da portare nelle gite fuori porta, a Carnevale questo assume anche un significato celebrativo che viene da lontano e racchiude dentro di sè il fascino dei ricordi, dei profumi e delle tradizioni “made in Calabria”.

La tradizione 

Le “purpette di Carnevale” un tempo venivano preparate in corrispondenza al periodo della macellazione dei maiali, con le famiglie calabresi che avevano quindi a disposizione la carne dell’animale macellato da poco. La carne andava consumata prima dei quaranta giorni di astinenza, digiuno e preghiera che iniziano dopo il martedì grasso e che conducono alla Santa Pasqua.

Fritte o al sugo 

Preparate a base di carne suina, le polpette carnevalesche possono trovarsi sulle tavole dei calabresi, sia nella versione fritta che in quella al sugo: in quest’ultimo caso vi è anche la gustosa possibilità di fare la “scarpetta” con il pane (possibilmente appena sfornato). In passato, per la preparazione delle polpetta di Carnevale, si utilizzava anche la carne delle soppressate che venivano sbriciolate o quella “du sadaturu”, cioè la carne del suino tritata e conservata sotto sale, nel tipico vaso realizzato in terracotta, ed utilizzato per la salamoia.

Le polpette calabresi anche in versi 

Le polpette sono talmente amate da ogni calabrese che non manca neppure la loro declamazione in versi: ‘A purpetta, gioia mia, è ‘na cosa ca ti dicrìa. Ti la ‘mbucchi ppe gulìa e cci canti lu cucurucù". Insomma, anche se quello del 2021 saà un carnevale diverso del solito, ci penserenno le polpette ad allietare la giornata e soprattutto la pancia dei calabresi.