In vista della realizzazione della Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, il commissario che guida anche la Zes Campania, Giosy Romano, presenta un bilancio della sua attività. Il governatore si dice soddisfatto ma il paragone è impietoso: sotto al Vesuvio i nulla osta concessi sono stati 73
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È stata impietosa, per la Calabria, la conferenza stampa che ha organizzato a Roma Giosy Romano, commissario straordinari della Zes Campania e Calabria. L’occasione è l’imminente tramonto delle otto Zes attuali previsto dal Decreto legge Sud che istituisce un'unica Zes per tutto il Meridione. Il timing è molto stretto: entro il 18 novembre il Senato dovrebbe convertire in legge il Decreto (il passaggio alla Camera è avvenuto nei giorni scorsi). Il testo, almeno per ora e salvo emendamenti, prevede che il 31 dicembre scadono gli otto commissari attuali e nascerà la cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Prima di congedarsi, allora, Romano ha affidato al think tank The European House Ambrosetti” un'analisi dei risultati ottenuti sia in Campania sia in Calabria.
Avevamo già scritto il paradosso della Zes calabrese: gli strumenti sono uguali a quelli della Campania, il commissario straordinario è la stessa persona, eppure i risultati sono come il giorno e la notte. Ovviamente a tutto svantaggio della Calabria. Il report della Ambrosetti, difatti, si apre proprio con una dichiarazione di principio relativa alla Zes Campania: se tutte le ZES del Sud Italia performassero come la ZES Campania, complessivamente sarebbero in grado di attivare - in via diretta, indiretta e indotta - circa 83 miliardi di Euro, pari al 23% del Valore Aggiunto complessivo del Sud Italia.
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In particolare la ZES Campania è riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 milioni di euro tramite l’Autorizzazione Unica e 1,1 miliardi di euro con lo strumento del credito di imposta. Questo risultato, che è stato perseguito dal Commissario ZES come prioritario in virtù di condizioni favorevoli di partenza di natura industriale e infrastrutturale, ha beneficiato in particolare i settori dei servizi di logistica e della farmaceutica e ha generato una ricaduta positiva sull’occupazione locale stimata di oltre 8.000 persone.
Ancora più rilevanti, gli effetti positivi generati dalle attività delle filiere in totale (sommando effetto diretto, indiretto e indotto). Secondo le stime gli investimenti attratti dalla ZES Campania attiveranno 23 miliardi di euro in termini di Valore Aggiunto e oltre 20.000 posti di lavoro. In Calabria invece la situazione è molto diversa. Non esistevano condizioni favorevoli come in Campania. L’attenzione e le azioni del Commissario ZES sono state indirizzate, allora, alla rapida implementazione delle opere infrastrutturali e alla messa in sicurezza delle aree industriali, con l’impiego di fondi e investimenti per 19,9 milioni di euro. In particolare, è stato perseguito l’obiettivo di rafforzare le condizioni di legalità mediante il programma operativo “Legalità” FESR/SE 2014/2020, con interventi di miglioramento del sistema di trasporto delle merci, l’attivazione di sistemi di videosorveglianza e controllo accessi, l’implementazione di sistemi di monitoraggio dei siti industriali, infrastrutture per monitoraggio dei dati e un centro di controllo e sala crisi. Il resto dei numeri è invece impietoso. Un esempio su tutti sono gli investimenti del Pnrr dedicati alle Zes. Per la Campania erano 136 milioni e sono stati tutti aggiudicati; in Calabria invece 117 milioni ma solo il 50% è stato aggiudicato.
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«I dati che emergono dallo studio Ambrosetti sono straordinariamente significativi e fonte di grande soddisfazione: 2 miliardi di euro e 73 autorizzazioni uniche in poco più di un anno in Campania, con una previsione di circa 20 mila nuovi posti di lavoro, sono numeri da record. Se si aggiunge la Calabria, le autorizzazioni uniche salgono a 84», ha commentato Giosy Romano, Commissario straordinario, ZES Campania e Calabria. Quindi si sono avute 73 autorizzazioni in Campania e solo 11 in Calabria. In Campania la Zes ha prodotto oltre 900 milioni di investimenti e creato 3695 nuovi posti di lavoro. Da quello che sappiamo, perché il report su questo fronte non offre dati, solo un paio sono stati gli insediamenti in Calabria, entrambi nell’area industriale di Lamezia Terme. I report non dà il valore complessivo degli investimenti né il numero di posti di lavoro creati.
Qualcosa però si muova anche alle nostre latitudini. In particolare alla Calabria è interessata, per l’ampliamento delle proprie attività, la multinazionale Baker Hughes. L’investimento riguarda il potenziamento dello stabilimento di Vibo Valentia e la creazione di un sito produttivo su un’area di 110mila metri quadri nel retroporto di Corigliano Rossano. Nel complesso l’investimento ammonterà a 60 milioni di euro e creerà 200 nuovi posti di lavoro diretti e indiretti. Stiamo parlando, però, di qualcosa che è ancora in fieri e che bisogna vedere come impatterà sul progetto la nascita della Zes unica. È questa la vera incognita su questo come su tanti altri progetti. Si perché al momento il Governo ha stanziato per la Zes unica 1,8 miliardi di euro per il 2024. La sola Zes Campania ha prodotto solo 1,1 miliardi derivanti dal solo credito d’imposta. È chiaro che il Governo ha in mente un radicale cambio di prospettiva sulla misura.
Lo dice anche Roberto Occhiuto che ha partecipato alla conferenza stampa da remoto. «Estendere la Zes a tutto il mezzogiorno è un’opportunità, sono preoccupato un po’ per la governance - ha detto - Mi auguro che il Governo trovi un meccanismo di equilibrio di queste aree che consenta di ottenere la stessa efficacia dei risultati finora ottenuti». Alla domanda sul futuro e le sfide aperte Occhiuto ha aggiunto: «Io sono un sognatore. Credo che le regioni del sud possano vivere oggi quello che le regioni del nord vicine al polo manifatturiero europeo vissero quando consolidarono il loro sviluppo. Il Mediterraneo in questo periodo vive un momento di grande complessità per il conflitto recente ma i paesi che si affacciano sulla sponda sud del bacino dovranno essere stabilizzati, ci sarà bisogno di arginare i flussi migratori, e sicuramente cresceranno con un tasso superiore a quello europeo. Rispetto a questo quadro Calabria e Sicilia, tutto il Sud, possono essere un hub per garantire l’attrazione di maggiori investimenti. E le Zes possono essere importanti rispetto a questo, soprattutto se diventano anche hub logistici». Il problema per la Calabria, però, è quello di sviluppare competitività visto che la concorrenza fra le regioni del Meridione sarà ancora più accesa con la Zes unica. Il rischio è che anche questa opportunità venga sciupata dalla nostra regione, nonostante la sua posizione strategica sul Mediterraneo.