Sono dieci le persone, tra cui tre minorenni, destinatari di una misura cautelare eseguita dai carabnieri della Compagnia di Girifalco a seguito di indagini condotte dalla Procura di Lamezia insieme al Tribunale per i minorenni di Catanzaro. I reati contestati sono violenza sessuale di gruppo, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, sequestro di persona ed altro ai danni di un giovane indotto a compiere e/o subire atti sessuali in ragione di una sua rilevata disabilità psichica.

I giovani coinvolti nelle violenze sessuali

Sono tutti di età compresa tra i 17 e i 21 anni i giovani coinvolti nelle violenze sessuali di gruppo ai danni di un ragazzo disabile di Curinga, centro in provincia di Catanzaro. Una storia difficile anche per gli stessi carabinieri che hanno svolto le indagini nel centro con poco più di 6.600 abitanti, dove tutti si conoscono. Le misure cautelari hanno portato in carcere un ventunenne, quindi 3 giovani agli arresti domiciliari, tre con l’obbligo di firma e i tre minorenni accompagnati in una comunità.

Le indagini

L’indagine ha preso avvio nei primi giorni del mese di novembre, quando alcuni parenti della vittima, presentatisi alla Stazione Carabinieri di Curinga, avevano consegnato su supporto informatico, un video dal contenuto sessualmente esplicito, diffuso senza il consenso della persona offesa e avente quale protagonista la stessa vittima, indotta in ragione delle segnalate condizioni di vulnerabilità, a subire gli atti sessuali oggetto di ripresa video successivamente divulgata.

La complessa attività investigativa, portata avanti dai magistrati titolari dei due distinti procedimenti penali, in piena sinergia con l’Arma dei Carabinieri, si è modulata attraverso le dichiarazioni delle persone informate sui fatti, attività tecnica di natura intercettiva, l'analisi dei cellulari sequestrati agli indagati che ha permesso di inscrivere l’episodio oggetto di originaria denuncia querela in un più ampio contesto di episodi lesivi perpetrati ai danni della medesima persona offesa.

I giovani, destinatari delle ordinanze cautelari, avrebbero avvicinato la vittima, approfittando delle sue debolezze e in particolare di come la stessa cercasse la loro amicizia, per creare attraverso gli stessi episodi contestati occasione di goliardico divertimento per il gruppo a discapito del giovane disabile, il quale non avrebbe avuto modo di  comprendere le effettive finalità dell’agire dei presunti autori, tradottesi anche in episodi di natura sessuale che venivano ripresi e divulgati tra il gruppo.