Nell'operazione della guardia di finanza sono 410 le persone controlle e 826 gli esercizi commerciali in tutta la provincia. Tra i fermati anche pregiudicati in strada senza nessuna autorizzazione
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Sono 410 le persone controllate, 826 gli esercizi commerciali ispezionati e 66 le denunce. È il bilancio di una vasta operazione condotta dalla guardia di finanza del comando provinciale di Vibo dal 15 al 25 marzo in molti comuni della provincia.
Si tratta del più ampio dispositivo interforze coordinato dalle locali autorità di pubblica sicurezza, nell’esecuzione di controlli sulla mobilità e sulla sospensione delle attività produttive e commerciali, al fine di riscontrare il rigoroso rispetto dei divieti e delle altre prescrizioni contenute nei decreti del residente del Consiglio dei Ministri e nelle ordinanze emanate dal presidente della Regione Calabria, per attuare misure di prevenzione e contenimento dei rischio di contagio da coronavirus.
Come detto, dal 12 al 25 marzo sono stati complessivamente eseguiti 410 controlli alle persone e 826 agli esercizi commerciali, in molti comuni della provincia, che si sono conclusi con la denuncia all’autorità giudiziaria di 66 soggetti, che hanno violato, nella stragrande maggioranza dei casi, il divieto di spostamento fuori abitazione, senza un valido e legittimo motivo tra quelli previsti. Tra i denunciati si segnalano anche due soggetti controllati, a bordo di un’autovettura, allo svincolo autostradale A2 di Nicotera/Rosarno, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Vibo Valentia, che alla vista dei militari cambiava prontamente direzione, provenienti dal reggino, entrambi pregiudicati, che dichiaravano di trovarsi nel vibonese per accudire alcuni animali di loro proprietà.
La stessa denuncia è toccata a tre soggetti di un medesimo nucleo familiare, fermati e controllati, che non erano in grado di fornire alcuna autocertificazione e valida giustificazione per il loro spostamento, dichiarando di provenire da Rosarno e di essere giunti a San Calogero per preparare delle conserve alimentari da spedire ad un parente detenuto, tratto in arresto nell'ambito dell'operazione "Magma" condotta dalla Dda di Reggio Calabria contro la cosca Bellocco di Rosarno.
Stessa sorte anche per un altro noto pregiudicato, fratello di un soggetto detenuto sottoposto al regime del 41-bis, coinvolto nell’operazione “Rimpiazzo” della Dda di Catanzaro nei confronti del clan dei Piscopisani, fermato, controllato e denunciato in quanto si era recato a trovare la fidanzata.
Le sei persone sono stati anche segnalati alle Aziende sanitarie territorialmente competenti per essere sottoposti alla misura della quarantena obbligatoria per 14 giorni.