Inchiesta della guardia di finanza: l'accusa è di peculato. L'indagato era già finito nei guai per un caso analogo nel 2022: all'epoca il sequestro fu di 61mila euro
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L'accusa è di peculato e il reato ipotizzato è particolarmente odioso perché la persona accusata lo avrebbe consumato ai danni di un soggetto che si trovava in precarie condizioni di salute. Al centro dell'indagine della guardia di finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia c'è il rapporto tra un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Vibo e il proprio "amministrato", che si trovava nell'impossibilità di provvedere ai propri interessi. L'inchiesta ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre 108mila euro.
Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare come l’indagato, nell’arco di tempo tra il 2016 e il 2021, avesse effettuato prelevamenti eccedenti rispetto alle esigenze del beneficiario. Denaro entrato nella sua disponibilità senza che al Giudice tutelare fosse fornita la relativa documentazione giustificativa. Il magistrato era così impossibilitato a vigilare correttamente sull’operato dell'amministratore di sostegno.
Il precedente sequestro del 2022
Il provvedimento segue un decreto di sequestro preventivo emesso nel 2022, per l’importo di 61.154 euro, nell’ambito di un diverso procedimento penale avente ad oggetto un’altra procedura tutelare. Anche in quel caso, erano state accertate condotte analoghe poste in essere dall’amministratore di sostegno. La Procura di Vibo Valentia, infatti, anche su input del Tribunale che segnala il ricorrere di anomalie nell’ambito delle procedure tutelari, da tempo monitora la correttezza nell’adempimento degli obblighi degli amministratori di sostegno, al fine di salvaguardare quanti si trovino, a causa di precarie condizioni di salute, ad aver necessità di tali figure.