Verranno sottoposti a tampone 28 dipendenti del Tribunale di Vibo Valentia risultati positivi agli anticorpi da coronavirus effettuati attraverso test sierologici. In totale sono stati 70 i dipendenti del Tribunale, più alcuni avvocati, che si sono sottoposti al test sierologico rapido – detto anche pungidito – che si basa su una sola goccia di sangue prelevata con l’aiuto di un piccolo ago.

Non si tratta, quindi, di un prelievo di sangue e in molti casi riferibili al Tribunale di Vibo si tratta di falsi positivi. Perché falsi positivi? Perché coloro che ieri sono risultati positivi agli anticorpi da coronavirus effettuato attraverso test sierologico, sono invece risultati negativi ai test effettuati privatamente. Come da prassi in questi casi, verrà in fatto il tampone su tali 28 persone per rilevare l’eventuale positività al coronavirus. Vi è da aggiungere che l’attendibilità di alcuni tipi di test sierologici è stata messa sinora in discussione da più voci all’interno della comunità scientifica.

Il clamore nato intorno ai test rapidi è relativo al fatto che sono molteplici i kit presenti in commercio e non tutti rispondono ai necessari requisiti di affidabilità richiesti per questa fase di approfondimento. La gran parte di questi test proviene dalla Cina e purtroppo c’è stato un primo caso negativo che ha portato all’attenzione la loro inaffidabilità. Un altro problema dei test sierologici è la soggettività nel rilevo della positività: la lettura delle bande per le IgG (che danno la possibilità di accertare se il soggetto sottoposto a test sia entrato in contatto con il virus, poiché gli stessi permangono nel corpo per alcuni mesi) o le IgM (che indicano un’infezione in corso) è infatti soggettiva, perché spesso tali bande sono di lieve entità e di difficile interpretazione.