Contro quello che è stato definito uno scippo – cioè aver dirottato a Reggio Calabria oltre mille dosi di vaccino Covid destinate alla provincia vibonese – si sono mobilitati tutti i sindaci, che questo pomeriggio si sono riuniti davanti alla sede dell’Asp per una vera e propria assemblea straordinaria alla quale hanno partecipato indossando la fascia tricolore.

La mobilitazione dei sindaci

All’appello del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, hanno risposto in tanti. Una battaglia a difesa del territorio senza distinzioni politiche, per impedire che nuove dosi di siero vengano destinate altrove.
«1.070 dosi sono già partite, oggi impediremo che altre 2mila dosi vengano dirottate nella città dello Stretto», ha asserito il primo cittadino della città capoluogo in qualità di presidente della conferenza dei sindaci.

Guerra tra poveri

«È una guerra tra poveri – ha ammesso Limardo -, ma siamo determinati a difendere le dosi di vaccino che sono state assegnate a questo territorio». Il primo cittadino ha anche dato mandato all’Ufficio legale del Comune di verificare se esistano i presupposti per presentare ricorso al Tar avverso un trasferimento che tutti reputano ingiusto.

«Vogliamo impedire fisicamente che i vaccini partano alla volta di Reggio», ha proseguito il sindaco, che ha reso noto di aver portato la vicenda all’attenzione del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì. «Stamattina – ha spiegato -, mi sono recata a Catanzaro, ricevendo rassicurazioni dallo stesso Spirlì che non si verificheranno più queste situazioni, poiché è in allestimento un centro di stoccaggio a livello regionale».

L'Asp: «Seguito il protocollo, poi hanno cambiato idea»

La mobilitazione pacifica ha richiamato l’attenzione del commissario dell’Asp Maria Bernardi, che ha raggiunto al piano terra dello stabile i primi cittadini.
«L’inghippo – ha chiarito la dirigente – nasce dalla nostra decisione di aver messo da parte, così come suggerito dal ministero, il 30 per cento delle dosi da destinare ai richiami. Ma mi è stato riferito che ho sbagliato, che le dosi vanno utilizzate tutte per poi attendere l’arrivo di nuove». Alla luce di queste nuove disposizioni la Bernardi si è attivata per richiedere al soggetto attuatore il via libera per l’utilizzo di tutte le dosi conservate in frigo. «Nel momento in cui mi diranno di utilizzarle tutte, lo farò – ha aggiunto -, ma qualcuno però mi dovrà garantire che dopo 21 giorni dalla prima inoculazione avrò a disposizione le seconde dosi per i richiami. Se ciò non dovesse avvenire, qualcuno ne risponderà».

Da Roma non mandano altri flaconi se non si consumano le scorte

Affermazioni cariche di preoccupazione: «Non posso essere tacciata di immobilismo, ho solo messo in pratica un protocollo ufficiale. È anche vero – ha continuato – che, a quanto pare, da Roma non sbloccano la consegna di nuovi flaconi se non eliminiamo le scorte in frigo. Se è così le utilizzeremo tutte, sperando che ci venga garantito il rifornimento per effettuare i richiami». Parole che hanno convinto i sindaci a recarsi direttamente in ospedale per presidiare la farmacia territoriale dove sono custodite le dosi di siero.

Scorati dalla Digos: «Il furgone non parte»

Scortati dagli uomini della Digos i primi cittadini hanno fatto il loro ingresso allo Jazzolino. Davanti alla farmacia dell’ospedale hanno trovato il camioncino già pronto a prelevare le dosi per trasportarle a Reggio Calabria, che però non ha potuto effettuare il servizio proprio a casa della presa di posizione dei sindaci vibonesi, che dunque, con la loro iniziativa, hanno sortito l’effetto sperato.

Campagna vaccinale a rischio

«Senza autorizzazione non consegno alcun vaccino, anche perché l’autista non ha alcuna autorizzazione formale», ha confermato il responsabile della farmacia territoriale, che ha ammesso come già un primo carico sia stato prelevato un paio di giorni fa. Nel frigo 10 vassoi di vaccino: «Servono per garantire la seconda dose, ecco perché sono qu. Ora il rischio – ha concluso il farmacista – è che con questo ammanco, saremo costretti a rallentare se non addirittura a fermare la somministrazione».

Falcomatà: «Blocco assurdo, necessario fare fronte comune»

«Assurda la situazione che si è venuta a creare con il blocco dei vaccini destinati a Reggio Calabria da parte dei sindaci della provincia di Vibo Valentia. In questo modo si rischia di generare una vera e propria guerra tra poveri che finisce per penalizzare i cittadini e l’intero territorio. L’organizzazione del piano vaccinale, ammesso che ne esista uno, nella nostra regione fa acqua da tutte le parti». Così il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha commentato l'iniziativa dei colleghi del Vibonese.

«Comprendo le preoccupazioni dei sindaci del Vibonese – prosegue Falcomatà -, e su questo penso sia necessario fare fronte comune chiedendo insieme che sia rispettato il diritto alla salute per tutti i cittadini calabresi. Il Commissario Longo e la Regione Calabria intervengano per mettere ordine in questo caos assurdo che si è generato. I cittadini calabresi non possono pagare sulla loro pelle le inefficienze di un sistema che continua quotidianamente a dimostrare limiti davvero inaccettabili».

«Bisogna cambiare registro, da subito. I sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria sono a disposizione, ma sul piano vaccinale – è la conclusione - serve una regia unica, che eviti il verificarsi di queste situazioni».