Una manifestazione per dire No all'omertà, No al silenzio, No alla violenza. È quella organizzata dall'associazione Liberapiazza XXIV maggio a Vibo Valentia dopo il grave fatto di sangue avvenuto sabato scorso quando un giovane è stato ferito a colpi di pistola in pieno centro. Presenti don Ennio Stamile (referente regionale Libera), il presidente della Provincia Salvatore Solano, il sottosegretario Dalila Nesci, sindaci, consiglieri regionali e comunali.

Borrello: «Rinascita e riscatto per questo territorio»

«Quanto accaduto sabato scorso - ha detto Giuseppe Borrello. referente provincia di Libera - ci riporta insietro di qualche anno quando questo territorio ha vissuto tempi bui, pagando un prezzo elevatissimo, fatto di silenzi, omertà, paura e voglia di scappare da qui. In quegli anni si è commesso un errore: pensare che quelle cose non ci riguardassero, pensare che tanto si sparavano tra di loro senza renderci conto che le giovani leve di ieri sono diventati i boss di oggi. Un errore che non dobbiamo più commettere, oggi non vogliamo piu tornare indietro ma andare avanti in quel percorso di rinascita e di riscatto che è in atto qui».

Il messaggio del procuratore Falvo

Il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, che non è potuto essere presente alla manifestazione ha tuttavia inviato un messaggio, letto da uno studente, per ribadire l’importanza della denuncia: «Importanti iniziative come queste per tenere alta l'attenzione e non abbassare la guardia. Il territorio vibonese è fatto soprattutto di persone perbene che hanno voglia di riscatto e di mettere da parte la paura dimostrando la voglia di vincere quella che è soprattutto una loro battaglia. Quello attuale è un momento delicatissimo, in cui le organizzazioni criminali dopo l'esecuzione di numerose misure cautelari stanno provando a riprendersi il terreno perso con atteggiamenti di prevaricazione facendo leva sui timori e sull'omertà della gente. Noi dobbiamo evitare che tutto ciò accada, diversamente tutti gli sforzi saranno stati vani. Lo Stato, la magistratura e le forze dell'ordine continueranno a fare la loro parte con maggiore impegno e determinazione ma la battaglia la può vincere solo la società civile con un cambio di mentalità, facendo terra bruciata intorno a questa gente, mettendo da parte la paura e comprendendo che chi denuncia non è solo e non sarà mai solo, ricordandosi che ogni volta che ci giriamo dall'altra parte perdiamo un pezzo della nostra libertà. Continuerò a fare ogni sforzo per difendere questo messaggio di legalità e speranza, a iniziare dalle scuole».