Bonifici bancari e un business miliardario. Regali, viaggi e carte prepagate. Finisce nei guai l’ex ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco, Antonio Morabito, reggino “doc”, originario del quartiere Gallina. La Procura della Repubblica di Roma, infatti, gli ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’accusa di corruzione. Al centro dell’inchiesta ci sarebbero pagamenti, per decine di migliaia di euro, che Morabito si sarebbe fatto pagare in cambio di notizie su aziende italiane in vendita o in difficoltà, alle quali servivano finanziamenti dall’estero. Talvolta i pagamenti venivano fatti tramite versamento sul conto, in altri casi su schede ricaricabili. Fra le carte, poi, emergono anche dei pagamenti di viaggi o l’affitto dell’appartamento del figlio, studente universitario a Manchester.

I benefits di Morabito

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Morabito aveva agganciato degli investitori cinesi che intendevano fare business in Italia. Il suo compito era mettere in contatto gli intermediari degli asiatici con gli imprenditori, favorirne i rapporti e creare contatti. Tra le aziende citate vi sono anche Versace e Huawei. Nel caso specifico, Morabito sarebbe stato pagato da imprenditori italiani interessati a vendere tecnologia al colosso cinese delle telecomunicazioni. Ottenendo, di contro, bonifici, viaggi e il pagamento del canone d’affitto per il figlio a Manchester. 

Le indagini

I finanzieri hanno ricostruito come Morabito avesse un tariffario fisso per le prestazioni: bonifici che andavano da 5mila e 7mila euro, piegando il suo ruolo al ministero e commettendo atti contrari ai suoi doveri. In un caso, ad esempio, Morabito riesce a far riaccreditare una persona con Fincantieri, dopo che la stessa era finita nell’elenco degli indesiderati. E, ad operazione riuscita, arriva la promessa di un premio da circa 1 milione di euro l’anno. 

Gli affari in Africa

Ma non c’è solo la Cina nelle mire di Morabito. L’indagine ha dimostrato come l’ex ambasciatore avesse interessi anche su Senegal, Gambia, Costa d’Avorio e Mali, al fine di aiutare un’azienda che commercia rottami. Lui, come sempre, crea contatti e partecipa a viaggi e incontri. In cambio ottiene bonifici ed anche l’acquisto di centinaia di copie del suo libro “Valiglia diplomatica”.

Il nome di Morabito emerse nel processo Breakfast

Il nome di Morabito, fra l’altro, non è nuovo alle cronache giudiziarie. Nel recente passato, infatti, è stato più volte citato nel processo “Breakfast” che vede imputato l’ex ministro dell’Interno, Claudio Scajola, e la moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena. Proprio con quest’ultimo Morabito aveva diversi rapporti, sebbene lo stesso ex ambasciatore nel Principato di Monaco (luogo in cui i coniugi Matacena risiedevano) affermò in sede di testimonianza di aver avuto soltanto contatti di tipo istituzionale. Ora, però, per lui i guai arrivano da altre indagini.