Torna oggi in Tunisia la salma di Swar Zrebi, 23 anni, morta a pochi metri dalla salvezza nel drammatico naufragio a Steccato di Cutro. La sua storia, ricostruita da Adnk, parte da una telefonata dal barcone. La giovanissima tunisina voleva ricongiungersi con il marito siriano, sposato anni prima per procura. «Amore mio, vedo la costa. Tra poco saremo finalmente insieme. Aspettami», dice al congiunto pochi attimi prima dello schianto fatale. Swar Zrebi, dal suo Paese d’origine, si era spostata in Turchia. Era partita da Smirne sul 'Summer Love' insieme con altre 180 persone, tra cui tanti bambini. Il sogno di raggiungere l’Europa si è però infranto tragicamente.

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La bara lascia oggi il Palamilone di Crotone, dove è stata allestita la camera ardente, per raggiungere in nave la Tunisia. È stato il marito a riconoscere il suo corpo, anche se tra mille difficoltà, visto che il mare e le onde alte hanno straziato i resti della 23enne. L'ha riconosciuta in foto, solo grazie a un neo sul viso.

Dopo il naufragio erano stati fatti molti annunci sui social, con la foto della ragazza. Alla fine è stata ritrovata. Ma senza vita. Swar voleva raggiungere il marito siriano in Germania dove si era già stabilito dopo la guerra. L'uomo era riuscito a trovare lavoro ma aveva un solo desiderio: potersi ricongiungere con la moglie. Voleva darle una casa, un futuro.

Il marito aveva trascorso diversi giorni a cercarla tra i vivi e anche tra i morti. Alla fine l'aveva riconosciuta solo da un neo. In foto. E non ne era neppure tanto sicuro. Ma il neo era quello della consorte. Perché ai familiari distrutti dal dolore, restano solo immagini di corpi su cui il mare ha infierito. Nessun abbraccio, nessun saluto. Poi, quando ha avuto la certezza che quella ragazza nella bara fosse la moglie, ogni speranza è svanita.