Non si dissolvono i sospetti sugli elenchi dei vaccinati nell'ospedale di Melito Porto Salvo, visto che il direttore Giuseppe Zuccarelli - dopo aver dato appuntamento a LaC per una intervista - è disponibile con il giornalista ma non autorizza l'ingresso della troupe. Ritrosia verso le telecamere? Non sembrerebbe visto che, sentito al telefono, il dirigente medico dice di «non essere autorizzato dalla terna commissariale che guida l'Asp». Eppure, i tempi e i modi dell'intervista erano stati concordati giovedì scorso quando era scoppiato il caso dei troppi medici con più di 80 anni vaccinati, e quando il direttore al telefono aveva detto di essere disponibile a chiarire «lunedì alle 9.30».

Un appuntamento rispettando tutti i crismi del dovere della comunicazione istituzionale, evidentemente saltata per la seconda volta perché giovedì scorso - invece - Zuccarelli aveva detto di non poter «chiarire perché vado di corsa per questioni familiari».
Siccome è un dato assodato che anche la Calabria non ha certezze sulle scorte di siero che arriveranno, diventa fondamentale saperne di più su questi elenchi di cui tutta la stampa parla, per capire cioè se la vaccinazione è stata aperta anche a chi oggettivamente non sta «in prima linea» - così prescriveva infatti l'indicazione arrivate da Roma e vidimate dal commissario Longo - prima che fossero immunizzati gli operatori sanitari che effettivamente contrastano il covid e devono essere messi in sicurezza per non mettere a rischio gli organici ospedalieri.

Il direttore, contrario all'intervista televisiva, ha comunque accolto nella propria stanza il cronista spiegando genericamente che «i Nas sono venuti ma non hanno trovato niente di irregolare», rinunciando però a visionare i documenti che eravamo pronti a mostrargli sulla tempistica dell'allargamento della somministrazione anche a chi non fa parte della comunità ospedaliera. Non è nuovo ai difetti di comunicazione, essendo lo stesso direttore che nel maggio scorso - a quell'epoca alla guida dell'ospedale di Polistena - aveva rinunciato a dare spiegazioni sullo scandalo del pagamento di 6 mensilità all'infermiere Salvatore Rizzo che risultava a lavoro mentre era in carcere per l'inchiesta rinascita Scott, delegando ai commissari ogni spiegazione.

Rimangono quindi dilemmi atroci anche perché andiamo verso la fase della vaccinazione che si spera di massa ma, effettivamente, sembra scemato l'entusiasmo di chi vaccinandosi ci teneva a dirlo proprio per promuovere il gesto salvavita. Infatti, l'operatrice nella reception - alla domanda se sia stata vaccinata oppure no - ha risposto che «questi sono dati personali che non intendo diffondere». Sembra finita la fase dei selfie con l'ago in corpo, per sensibilizzare gli altri a vaccinarsi, oppure effettivamente ci sono operatori ospedalieri che a Melito Porto Salvo non sono stati vaccinati o non sono stati vaccinati nei tempi giusti?