Arrivano i rinforzi, meglio tardi che mai. Mentre la Calabria nuota ancora sul fondo della graduatoria nazionale, che la inchioda ai piani bassi del girone-vaccini (superata solo dalla Liguria), finalmente in Regione si sono decisi e, venerdì pomeriggio, al tavolo dei piani alti si siederanno i rappresentanti dei medici di base calabresi chiamati come cavalleria di supporto della campagna vaccinale.

Era da tempo che i medici di medicina generale chiedevano, sia ai vertici regionali che al Dipartimento Salute, di discutere modi e termini di un loro intervento sul campo di battaglia ma, di fatto, dal 17 novembre scorso il comitato regionale ha smesso di riunirsi.

Con le dosi del Moderna già arrivate ed altre Pfizer ancora in granaio, in Calabria si continua a pedalare in salita. Altre regioni, al contrario, hanno messo il turbo. La direzione sanitaria del Piemonte, ad esempio, già il 19 gennaio scorso, ha siglato due accordi con le rappresentanze di categoria dei medici di medicina generale e dei farmacisti, per accelerare la campagna di vaccinazione contro il Covid-19.

«Noi siamo pronti – dice il dottore Rosalbino Cerra, segretario regionale della Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale – questa non è una qualunque vaccinazione anti influenzale, dobbiamo spingere al massimo, permettere una copertura adeguata della popolazione e facilitare la somministrazione, specie nei pazienti più anziani».

Il confronto è un primo passo ma il tempo, al solito, stringe. «Ci sono dei piccoli borghi, penso a Oriolo o a Carpanzano, per citarne solo due, dove solo il medico di base è presente in modo costante e capillare. Noi siamo forse gli unici in grado di spiegare ai pazienti le caratteristiche del vaccino, i vantaggi che offre, togliere dubbi quotidianamente alimentati da una cattiva informazione che viaggia specialmente sui social».

La Calabria, ricorda Cerra, ha una lunga storia di vaccinazione alle spalle, e la figura del medico di base, in più d’una occasione, si è rivelata decisiva. «Tanti anni fa ricordo le lunghissime file di anziani in piazza Cappello, a Cosenza, che aspettavano per ore e ore il proprio turno per ricevere l’anti influenzale. A quei tempi la nostra regione era tra le ultime come numero di vaccinazioni, finché non siamo entrati in campo noi e l’abbiamo portata tra le prime in Italia». E adesso i medici di famiglia sperano di replicare il miracolo.