Stanno bene le 15 studentesse e le 2 insegnanti dell’Istituto Severi di Gioia Tauro che per un progetto scuola-lavoro si trovano nella città spagnola colpita da un’alluvione che ha fatto oltre 200 morti: «L’allerta è stata diramata in ritardo, ma per fortuna eravamo già tutte al sicuro»
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La tragica alluvione nell'area di Valencia, con la pioggia di un anno caduta in poche ore, ha causato oltre 200 morti, migliaia di dispersi e sfollati. Uno scenario apocalittico con trombe d’aria, strade trasformate in torrenti, ponti crollati, fango, distruzione. A testimoniare da vicino la drammatica situazione,15 studentesse calabresi con le professoresse Saveria Lollio e Mariaconcetta Di Biasi dell’istituto d’istruzione superiore “Severi” di Gioia Tauro. La scolaresca, con le classi del quarto e quinto anno indirizzo relazioni internazionali, si trova a Valencia dal 25 ottobre per seguire un progetto PCTO d’inserimento nel mondo lavorativo.
«Se vuole Dio ritorniamo giorno 7 novembre. Abbiamo vissuto ore d’ansia per le nostre alunne, ma ci è andata bene – è quanto ci ha riferito telefonicamente la professoressa di spagnolo Saveria Lollio -. Le ragazze erano fuori anche nel pomeriggio del 29 ottobre, giorno dell’alluvione. Provvidenzialmente, le avevamo richiamate per rientrare prima, poiché ci eravamo resi conto del maltempo in arrivo. L’allerta qui è stata diramata in ritardo all’incirca alle ore 20, quando la catastrofe già era in corso dalle 18:00. Abbiamo avuto paura, anche perché alloggiamo in appartamenti al piano terra, ma per fortuna non siamo vicini alla costa e al fiume Turia esondato. Eravamo già tutte dentro quando è scoppiata la tempesta, accompagnata da un vento fortissimo che accanto a noi sradicava alberi che piombavano sulle auto».
Notevole è stata la preoccupazione dei genitori che cercavano di contattare i propri figli, riscontrando problemi nelle comunicazioni. Le professoresse e il dirigente scolastico Fortunato Praticò, in apprensione, ma allo stesso tempo infondendo tranquillità, si sono continuamente interfacciati con le famiglie e le autorità per seguire tutte le raccomandazioni del caso.
Molteplici gli attestati di affetto che hanno raggiunto il gruppo di Gioia Tauro, sia da parte di persone lontane sia del luogo.
«Abbiamo riscontrato tanta vicinanza che ci ha supportato in questo momento complicato- racconta la professoressa -. Anche una coppia di Salerno proprietaria di un ristorante qui a Valencia, nelle ore in cui non potevamo muoverci, ci ha portato cibo fino a casa e si era addirittura detta pronta ad ospitarci se ce ne fosse stato bisogno. Per solidarietà verso chi ha perso tutto volevamo prestare servizio come volontari, ma ci hanno detto che non è possibile».