Un caldo da morire… nel vero senso della parola. Le alte temperature di questa lunga estate hanno provocato in Italia un importante aumento della mortalità, stimata per le prime due settimane di luglio in un +21%, per un totale di 733 decessi tra le persone con oltre 65 anni di età nelle 33 città oggetto di monitoraggio. Tra queste, ai primi posti con un aumento del 43 per cento di decessi, si attesta Catanzaro.

È quanto emerge dal bollettino del sistema di sorveglianza della mortalità pubblicato dal ministero della Salute nell'ambito del Piano nazionale contro ondate di calore. Il bollettino, riferito al periodo tra il 16 maggio-15 luglio 2022, riporta come già a partire dal mese di maggio in tutto il Paese si siano registrate temperature di 3,2 gradi superiori alla media stagionale, che tra fine giugno e la prima settimana di luglio hanno portato a raggiungere picchi di temperatura apparente massima compresi tra 37 e 40 gradi.

Queste condizioni hanno provocato un aumento della mortalità attribuibile al caldo già nei mesi di maggio (+10%) e giugno (+9%), fino al 21% registrato nelle prime due settimane di luglio.

Le città più colpite

Le città più colpite dall'eccesso di mortalità, tra il primo e il 15 luglio, sono state Latina (+72%), Bari (+56%), Viterbo (+52%), Cagliari (+51%), Catanzaro (+48%). Il caldo non ha risparmiato neanche le città del Nord: a Bolzano, ad esempio, l'eccesso di mortalità registrato nello stesso periodo è stato del 35%, ad Aosta del 33% e a Trento del 30%.

Le persone a rischio maggiore

Nel bollettino si evidenzia, tuttavia, la necessità di ulteriori approfondimenti, che saranno condotti a fine estate, che tengano conto dell'effetto dell'epidemia di Covid-19 sull'aumento di mortalità nel corso dell'estate. Il bollettino sulla mortalità si concentra sulle persone con più di 65 anni di età che rappresentano, come ricorda il sito del ministero della Salute dedicato alle ondate di calore, la categoria più a rischio di complicanze, soprattutto se malati cronici (cardiopatici, diabetici etc.), a causa di una maggiore sensibilità al calore, di una riduzione dello stimolo della sete e di una minore efficienza di meccanismi della termoregolazione.

Gli anziani non autosufficienti sono inoltre particolarmente a rischio poiché dipendono dagli altri per regolare l'ambiente in cui si trovano e per l'assunzione di liquidi. Inoltre all'aumento dell'età corrisponde spesso un maggiore consumo di farmaci, alcuni dei quali possono favorire disturbi causati dal caldo, perché interferiscono con i meccanismi della termoregolazione o perché influenzano lo stato di idratazione del soggetto.

Tra le categorie a maggiore rischio il ministero della Salute cita anche neonati e bambini, le donne in gravidanza, le persone affette da disturbi psichici, le persone che fanno uso di alcol o droghe, le persone, anche giovani, che fanno esercizio fisico o svolgono un lavoro intenso all'aria aperta. Inoltre "gli operatori socio-sanitari", in quanto "i dispositivi di protezione individuali per Covid-19 possono aumentare il rischio di disturbi causati dal caldo".

Dieci consigli contro le ondate di calore

Dieci, in particolare, i consigli contro le ondate di calore: non uscire nelle ore più calde; migliorare l'ambiente domestico e di lavoro (ad esempio schermando le finestre più esposte al sole con tende e persiane); bere molta acqua e mangiare frutta fresca; moderare il consumo di caffè e alcol; fare pasti leggeri; indossare vestiti comodi e leggeri (evitare le fibre sintetiche), indossare cappelli e proteggere anche gli occhi con occhiali da sole; evitare l'esercizio fisico nelle ore più calde; ventilare l'auto prima di iniziare un viaggio, anche se la vettura è dotata di un impianto di ventilazione; offrire assistenza alle persone a maggiore rischio; dare molta acqua fresca agli animali domestici e lasciarli in una zona ombreggiata.