«Proprio per superare i limiti di una “memoria di Matteo Vinci” rimasta ad un anno dalla sua morte non strutturata, avevamo distinto nella Giornata a lui dedicata ieri una parte commemorativa - con la deposizione dei fiori nel luogo dell'autobomba, la lettura di poesie e il suono degli strumenti di un'orchestra - e una parte dedicata all'impegno politico-sociale che nel suo nome cittadini, associazioni e istituzioni assumono per il futuro. In questo senso, molto partecipato e proficuo si è rivelato l'incontro pubblico tenutosi nel Municipio, terzo e ultimo momento di una manifestazione articolata che tutto sommato ha rispettato gli orari previsti e ha subito solo un cambio di programma - il concerto dei ragazzi di Catania tenutosi nella casa della famiglia Vinci e non nel Palazzo comunale - per espressa volontà dei genitori di Matteo». È quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dagli organizzatori della Giornata “Un anno senza Matteo...” Francesca MunnoFrancesco Saccomanno e Agostino Pantano, all’indomani della commemorazione in memoria di Matteo Vinci, ucciso il 9 aprile dello scorso anno a Limbadi dall’esplosione di un’autobomba piazzata a bordo della vettura nella quale viaggiava insieme al padre Francesco, rimasto gravemente ustionato. I promotori definiscono con estrema chiarezza le fasi salienti dell’iniziativa. «Nell'incontro finale - scrivono -, protrattosi fino ad oltre le 20 con una partecipazione rimasta fitta e attiva fino alle conclusioni, sono stati tanti gli interventi costruttivi dopo l'introduzione che abbiamo voluto affidare al prefetto Antonio Reppucci - presidente della commissione straordinaria nominata alla guida del Municipio - che ha partecipato indossando la fascia, e che è stato ringraziato anche per l'aiuto concreto che l'amministrazione comunale ha fornito. Tra i punti qualificanti emersi dalle varie e spesso toccanti testimonianze, va sottolineata la decisione degli organizzatori - che hanno operato per spirito di impegno sociale volontario e per una “promessa morale” fatta alla famiglia Vinci in occasione dei funerali di Matteo - di studiare la modalità attraverso cui, assieme alla partecipazione attiva dei limbadesi, proporre l'intitolazione di una struttura pubblica alla memoria del compianto giovane». 

 

In questo senso, cogliendo l’occasione dell'intervento del sacerdote monsignor Giuseppe Fiorillo - che ha parlato in rappresentanza dell’associazione Libera e di un nutrito gruppo di iscritti presenti attivamente all’incontro - «abbiamo proposto di darci appuntamento a breve per favorire un incontro operativo da tenersi in paese, se possibile con il coinvolgimento della Chiesa e di quanti sono disposti a raccogliere l'appello che abbiamo voluto lanciare con la Giornata. Appello pure ripreso e rilanciato da Salvatore Borsellino, che si è collegato via Skype con l'assemblea: ovvero creare per il futuro una Memoria strutturata e organizzata che favorisca la partecipazione attiva dei limbadesi attraverso meccanismi di socialità atti a sconfiggere le perverse logiche mafiose. Da tanti e stata stigmatizzata l'assenza dei rappresentanti del Governo, del Parlamento, della Regione, della Provincia. Come organizzatori - concludono Munno, Saccomanno e Pantano - sentiamo il dovere di precisare e sottolineare che molto nutrita si è rivelata la partecipazione dei cittadini di Limbadi - alcuni dei quali sono stati da noi ringraziati anche per l'aiuto concreto offerto affinché le tre manifestazioni si svolgessero al meglio - in una sala dove, inoltre, è stato anche notata la presenza del parroco don Ottavio Scrugli, al quale, certamente, sarà giunta la nostra delusione per non aver potuto usufruire della sua collaborazione nell'organizzazione della Giornata. La presente nota - concludono - serve anche a smentire le notizie secondo cui a organizzare la Giornata sarebbe stata una Fondazione (di Catania) e il Comune di Limbadi e, soprattutto, a ringraziare quanti hanno partecipato e coloro che sono intervenuti».