Tra dicembre 2015 e gennaio 2016 a Cosenza, fece scalpore l’uccisione di un maiale all’interno della manifestazione dei BoCs Art, vicenda per cui l’artista Maurizio Orrico fu condannato dal Tribunale di Cosenza alla pena di mesi tre e al pagamento delle spese processuali.

La Corte di Appello di Catanzaro, nonostante la maturazione del termine di prescrizione, con sentenza 3914/2024, depositata nello scorso mese di febbraio, ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha assolto nel merito Orrico perché il fatto non sussiste.

L’artista aveva filmato la macellazione del maiale al fine di raccontare la plurisecolare tradizione calabrese, peraltro ripresa anche da famose serie tv.

L’Enpa ne fece un caso e dopo essersi opposta a due richieste di archiviazione avanzate dalla Procura bruzia, la presidente Carla Rocchi definì la decisione di primo grado «una sentenza epocale».

Ma la Corte di Appello di Catanzaro ha completamente riformato la decisione e, accogliendo il gravame proposto da Orrico, difeso dall’avvocato Bianca Zupi, ha statuito che non è stata eseguita alcuna uccisione di animale (art. 544 bis c. p. ), bensì una «macellazione di un animale destinato al consumo ed alla trasformazione».

«Nessun “animalicidio”, dunque, è stato perpetrato da Orrico, neppure come “concorrente morale” e nessun maltrattamento ha subito il maiale. Nessun risarcimento spetta all’Enpa dal momento che la Corte di Appello ha pure revocato le statuizioni civili conseguenti alla condanna» precisa la Zupi in una nota.