Un itineraio di sette giorni in cui hanno visitato Diamante, Tropea, Scilla, Zungri, Serra San Bruno. Nessuno di questi centri è interessato a focolai. A Palmi il personale della struttura che li ha ospitati verrà sottoposti ai test
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Un itinerario di sette giorni alla scoperta delle bellezze della Costa degli Dei nella settimana di Ferragosto. Base in un hotel di Palmi e, da lì, partenze quotidiane verso le più caratteristiche cittadine della costa tirrenica vibonese e reggina, con divagazioni nell’entroterra, una minicrociera alle Isole Eolie e una tappa anche nel Cosentino.
Il tour calabro della comitiva barese che al ritorno in Puglia ha fatto registrare ben 29 casi positivi al Covid non ha, insomma, toccato solo Pizzo. Prima tappa Diamante, quindi Tropea, Chianalea di Scilla, il tour in motonave con partenza dal porto di Tropea verso Panarea e Stromboli by night ad ammirare la Sciara del fuoco e, di nuovo nel Vibonese, l’insediamento rupestre di Zungri, Serra San Bruno e la sua Certosa.
Nessuno di questi luoghi è interessato da focolai di coronavirus, mentre il personale della struttura di Palmi che ha ospitato i turisti verrà ora sottoposto ad uno screening per verificare se vi siano o meno stati contagi. Così come toccherà adesso alle Asp di Reggio e Vibo dare il via al cosiddetto contact tracing per cercare di stabilire con la maggiore precisione possibile i luoghi frequentati dai gitanti nella sette giorni calabrese e prendere le dovute contromisure. Anche se appare improbabile che i 29 positivi abbiano contratto il virus in Calabria, anche perché otto di loro potrebbero aver avuto contatti con casi accertati in Puglia prima della partenza del pullman da Bari il 14 agosto scorso.