Truffa aggravata finalizzata al conseguimento di finanziamenti pubblici e, a vario titolo, contestati anche i reati di falsità ideologica, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture.

 

Il procuratore di Vibo, facente funzioni, Michele Sirgiovanni, ha chiesto al gup il rinvio a giudizio di 14 indagati coinvolti nell’inchiesta denominata “Bis in Idem” scattata il 20 maggio 2014 con 9 arresti (poi non confermati dal Tribunale del Riesame), e sequestri per 30 milioni di euro, per far luce su una presunta truffa ai danni della Regione.

 

In particolare, la richiesta di rinvio a giudizio interessa: Francesco De Nisi, 49 anni, di Filadelfia, ex presidente della Provincia di Vibo Valentia (avvocato Giovanni La Caria); Antonio Vinci, 64 anni, di San Gregorio d’Ippona, ex dirigente della Provincia di Vibo Valentia (avvocato Giuseppe Altieri); Silvio Claudio Pellegrino, 63 anni, di Catania (avvocati Cristina Agostinelli e Francesco Lione) e Simone Josè Golino, 42 anni, di Mascalucia (Ct), (avvocati Domenico Colaci e Pietro Granata), entrambi amministratori e legali rappresentanti pro tempore dell’Eurocoop; Santo Romano, 67 anni, di Catania (avvocati Domenico Colaci e Luigi Latino), membro del consiglio d’amministrazione; Gerardino Garrì, 41 anni, di Vibo, dipendente Eurocoop (avvocato Francesco Lione).

 

Richiesta di rinvio a giudizio anche per i funzionari regionali: Anna Maria Lucia Battaglia, 57 anni, di Soverato ( avvocati Crescenzio Santuori, Francesco Iacopino e Biagio Divece); Michelina Ricca, 68 anni, di Cosenza (avvocato Vincenzo Ioppoli); Mario Nicolino, 47 anni, di Pizzo Calabro, funzionario della Provincia di Vibo (avvocati Costantino Casuscelli ed Eleonora Giansanti); Bruno Calvetta, 57 anni, di Vibo Valentia (avvocati Costantino Casuscelli e Vincenzo Ioppoli), già dirigente generale del Dipartimento 10 della Regione.

 

Salvatore Zappulla, 54 anni, di Reggio Calabria (avvocato Gaetano Vizzari) e Antonio Michele Franco, 54 anni, di Reggio Calabria (avvocato Francesco Rombolà), membri della Commissione valutazione per il bando e funzionario dell’Unità di crisi del Dipartimento numero 10 della Regione Calabria.

 

Calvetta è accusato di truffa aggravata per una presunta falsa attestazione in ordine ai requisiti della Eurocoop di poter accedere ai finanziamenti regionali, mentre Zappulla e Franco avrebbero sottoscritto, secondo l’accusa, i verbali per l'erogazione della Cassa integrazione ai lavoratori dell'Eurocoop sul presunto falso presupposto di una crisi aziendale. Mario Nicolino, rappresentante della Provincia di Vibo in seno ad un apposito "Nucleo di valutazione", secondo l'accusa avrebbe ammesso ad un finanziamento il progetto della ditta Eurocoop, addetta alla raccolta dei rifiuti a Vibo, "in assenza delle condizioni di ammissibilità”.

 

Le ultime due richieste di rinvio a giudizio interessano: Concettina Di Gesu, 65 anni, di Vibo, presidente della Commissione di valutazione per il bando pubblico al centro dell’inchiesta (avvocato Maria Antonietta La Monica); Elisa Maria Mannucci, 60 anni, di Squillace, responsabile del procedimento amministrativo dell’avviso pubblico finito al centro dell’inchiesta e membro della commissione di valutazione del medesimo bando (avvocato Italo Reale).

 

Rispetto all’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la richiesta di rinvio a giudizio non interessa 7 indagati la cui posizione è stata quindi stralciata e archiviata. Si tratta in questo caso di: Gaetano Ottavio Bruni, 73 anni, ex presidente della Provincia di Vibo; Antonio Vadalà, 64 anni, funzionario regionale; Fernando Torchia, 41 anni e Raffaele Esposito, 35 anni, addetti dell’Autorità di audit della Regione; Edith Macrì, 46 anni, di Tropea, dirigente della Provincia di Vibo. In precedenza erano usciti dall’inchiesta anche l’ex sindaco di Vibo, Franco Sammarco, l'ex sindaco di Serra San Bruno Raffaele Lo Iacono e l'ex direttore generale dell'Asp di Vibo, Ottavio Bono.

 

L’ipotesi della Procura. Secondo la ricostruzione accusatoria, alcune aziende beneficiarie della cassa integrazione guadagni in deroga avrebbero impiegato i medesimi lavoratori durante i periodi di fruizione dei benefici della Cig. Tali aziende avrebbero poi prestato i loro servizi per società come la Eurocoop, impegnata nello smaltimento dei rifiuti a Vibo ed altri comuni del Vibonese. In pratica, gli indagati sarebbero riusciti a far avere doppi contributi per gli stessi lavoratori in cassa integrazione che così alle aziende non sarebbero costati nulla, atteso l’ottenimento di incentivi pubblici per il mantenimento dei livelli occupazionali. Tali benefici ed incentivi economici da parte del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria sarebbero stati erogati, secondo l’accusa, del tutto illegittimamente.

 

Parti offese nel procedimento la Provincia di Vibo Valentia, la Regione Calabria ed il Ministero del Lavoro. Il gup, Gabriella Lupoli, ha fissato la data dell’udienza preliminare per il 14 giugno prossimo.