Tropea. Traversa di via Libertà. Un piccolo agglomerato di case popolari. Ed è qui che vive Domenica Cricelli, 62 anni. Una casa al piano terra dove è nata e ha vissuto con la sua numerosa famiglia. Dopo la morte della sorella, è rimasta sola con la sua pensione minima. Da maggio percepisce il reddito di cittadinanza che l'ha risollevata.
L’alloggio recentemente acquistato dal Comune di Tropea, mostra il peso di anni di solitudine, di incuria e di abbandono: crepe sui muri anneriti dalla muffa, infiltrazioni d'acqua, finestre rotte e barricate.
Al piano di sopra c’è la stanza da letto. Sulle pareti sono appesi i quadri con l'effige di Padre Pio e della Vergine Maria. Segno della profonda fede in Dio.
Ha rifatto il letto prima di andare via. Starà lontano il tempo necessario alla ditta per rimettere in sesto la casa.

La vecchia casa sarà ristrutturata

Si danno da fare i vicini, loro che si sono rivolti a una giornalista di un quotidiano locale, che attraverso il suo articolo ha smosso la coscienza di chi avrebbe potuto e dovuto intervenire prima. Il sindaco di Tropea si è infatti impegnato ad inviare una ditta edile.
«Stiamo lavorando da tre giorni – confermano i vicini - così appena gli operai arriveranno, potranno iniziare i lavori, e per Natale speriamo di festeggiare insieme a Domenica, nel suo ristrutturato appartamento».
Sono riusciti a convincerla. A farle lasciare temporaneamente la sua dimora. Le hanno promesso che la porteranno a vedere l'appartamento durante i lavori. Dovrà solo chiamarli e loro si precipiteranno da lei, a Pannaconi, che dista una manciata di chilometri da Tropea.

Don Felice apre le porte della chiesa

Domenica ha infatti trovato ospitalità da don Felice Palamara, il parroco di Pannaconi che avevamo già conosciuto per avere chiesto e ottenuto l’affidamento della signora Teresa, una donna indigente, che ora vive in una casa dignitosa, donata dalla chiesa.
Ed è nella cucina della canonica, nella frazione di Cessaniti, che incontriamo la signora Domenica . «Sono anni che chiedo aiuto, ma nessuno mi ascolta» Le chiediamo come sia possibile vivere in queste condizioni: «Della manutenzione dell’immobile se n’è sempre occupato mio padre, ma poi è morto, ed io non sono capace di sistemarla».

Le lacrime di gioia di Domenica

È felice, perché da oggi non si sente più sola. A tratti si commuove: «È la prima volta che esco fuori dalla mia città, starò bene con Don Felice, l'ho visto crescere – spiega – e mi fido di lui, ma sia chiaro, io voglio tornare a casa mia. In quella casa dove ci sono i ricordi della mia vita, dove ci sono le foto dei miei genitori. Da lì – conclude - non me ne voglio andare».
Don Felice è davanti ai fornelli con il suo lungo grembiule. Sta preparando il pranzo di benvenuto a base di fettuccine al ragù e cordon bleu. «Non sono riuscito a dormire questa notte, ero così emozionato. Non vedevo l'ora di accoglierla in questa casa» dice il prete che ribadisce come «dietro alle persone povere e sole si nasconde Cristo. E Domenica oggi è il nostro Cristo di carne».