A nulla è valsa nel tempo la grave denuncia di “carte false” formulata dall’ex senatore Enrico Buemi al fine di chiudere l’ex tribunale della Sibaritide. Lo Stato, ancora oggi, nonostante gli impegni assunti da gran parte della classe politica a voler porre delle correzioni allo scopo di ripristinare l’ex Palazzo di giustizia di Corigliano-Rossano, continua ad andare per la sua strada e conferma l’andamento della politica parolaia e irresponsabile, così da alimentare lo scollamento tra eletti ed elettori che si traduce poi in astensionismo.

Ieri si è consumato un ulteriore atto in Parlamento. La maggioranza aveva calendarizzato una mozione per il contrasto alle mafie. Il gruppo parlamentare de “L’alternativa c’è” ha presentato una mozione una cui parte conteneva anche la riscrittura della geografia giudiziaria e la riapertura del tribunale della Sibaritide. Il risultato? Il Governo ha dato parere contrario e la maggioranza ha votato contro.

Sul punto si è battuta in passato la parlamentare del M5s Elisa Scutellà, che risulta prima firmataria insieme ad altri 15 parlamentari tra cui Enza Bruno Bossio (Pd) e Wanda Ferro (FdI) di un disegno di legge (delega al Governo) per la riorganizzazione degli uffici giudiziari al cui interno si prevedeva la riapertura del tribunale della città più grande non solo di quelle dei 30 tribunali soppressi su scala nazionale, ma anche di quelli rimasti in vita in Calabria. Un paradosso tutto in salsa italiana con cui non solo si continua a convivere ma che si avalla con atti rafforzativi.

I due pesi e le due misure della partitocrazia

Il parlamentare Francesco Forciniti stigmatizza la condotta del governo Draghi e di quanti hanno votato contro, incluse quelle rappresentanze partitiche che «solo a parole vogliono la riapertura del tribunale di Corigliano-Rossano», afferma l’ex pentastellato. «Con quello che è accaduto ieri, il governo Draghi ha posto la parola fine ad ogni ambizione. Una grande occasione sprecata».

A parlare del tribunale di Corigliano-Rossano in aula è stato il deputato Raffaele Trano (gruppo misto-L’alternativa c’è) che ha esplicitamente chiesto la riapertura del presidio giudiziario richiamando, nel suo intervento, il procuratore antimafia Nicola Gratteri che più volte ha ripreso l’argomento della chiusura dell’unico tribunale chiuso in Calabria in un territorio ritenuto ad alta densità criminale dallo Stato stesso.«Far chiudere i tribunali, ha sottolineato il parlamentare, è segno di resa dello Stato».

Tra l’altro, il presidente del M5s Giuseppe Conte, sollecitato sul punto durante la campagna elettorale appena terminata, aveva parlato di necessità di rivedere l’ordinamento giudiziario.