In migliaia si sono dati appuntamento nella grande chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime per partecipare alla santa messa con l'omelia del vescovo Nostro
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Non è bastata la pioggia a fermare i tanti fedeli che oggi hanno partecipato alla celebrazione eucaristica per il 30esimo anniversario dell’arrivo a Paravati della statua della Vergine Maria nelle sembianze di una giovinetta, così come appariva a Natuzza Evolo, la mistica con le stigmate di cui la Chiesa ha, qualche anno fa, avviato il processo di beatificazione.
Pellegrini provenienti anche da altre regioni d’Italia, datisi appuntamento in migliaia nella Villa della Gioia per condividere l’ennesima testimonianza di fede e uno dei momenti più significativi per coloro che si rifanno al carisma dell’umile donna calabrese, morta il primo novembre del 2009, nel giorno della festa di Ognissanti. Tra questi, i molti appartenenti ai cenacoli che Mamma Natuzza ha voluto sorgessero in tutto il mondo per elevare, per intercessione della Vergine Maria, unanime preghiera a Dio per la salvezza delle persone bisognose e gli stessi familiari della mistica.
A presiedere in mattinata la santa messa nella grande chiesa dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” – affiancato dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini – è stato il presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Attilio Nostro, il quale ha iniziato la sua omelia con un pensiero paterno rivolto ai tanti fedeli che per questione di spazio sono stati costretti a partecipare alla celebrazione eucaristica dall’esterno, «fuori e sotto la pioggia».
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