Soldi finiti, trasporti pubblici a rischio. In Calabria è partito il conto alla rovescia

La mancata assegnazione delle risorse attraverso un decreto ministeriale che ritarda, ha costretto la Regione a tagliare le previsioni di spesa e ha messo in allarme le aziende che erogano il servizio in convenzione. Attraverso la loro associazione hanno lanciato un ultimatum che sarebbe dovuto rimanere riservato: «Se i fondi non arrivano saremo costretti a fermare gli autobus e a mettere in mobilità i lavoratori». Intanto il consigliere Guccione denuncia uno spreco di 60 milioni di euro in versamenti Iva “inutili”

737
di Enrico De Girolamo
31 ottobre 2018
15:14
Mario Oliverio
Mario Oliverio

La macchina del capo ha un buco nella gomma… dove il “capo” è il presidente della Regione Mario Oliverio e la “macchina” è il sistema di traporto regionale, in altre parole gli autobus, che in Calabria coprono le esigenze di mobilità locale di quasi il 90 per cento degli utenti complessivi, assorbendo circa la metà dei 200 milioni di euro che annualmente servono per far muovere i calabresi.

Da domani, 1° novembre, le aziende che erogano il servizio in convenzione con la Regione, rimarranno senza copertura finanziaria perché all’appello manca ancora il decreto del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto ripartire le risorse del fondo nazionale trasporti e assegnare alla Calabria la sua quota.
Situazione che non dovrebbe determinare conseguenze immediate, visto che per ora le società di autolinee private imputano i ritardi alle pastoie burocratiche, mantenendo con la Regione un’interlocuzione collaborativa. Ma nel giro di una decina di giorni, in assenza di novità da Roma, il problema potrebbe esplodere in tutta la sua gravità, determinando un’interruzione del servizio, stressando i bilanci delle aziende e mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.


 

La sforbiciata alla previsione di spesa

La Regione Calabria in questo frangente non ha una responsabilità diretta, perché condivide con le altre regioni d’Italia l’attesa per il decreto ministeriale che dovrebbe sbloccare i fondi. Alla luce dell’impasse, comunque, la Regione ha messo le mani avanti e ha ufficialmente preso atto che, al momento, senza la ripartizione dei fondi nazionali, le risorse preventivate vanno drasticamente tagliate, con inevitabili effetti a cascata sul servizio erogato.

Il 24 agosto scorso, infatti, il Settore trasporto pubblico locale della Regione ha comunicato alle società consortili l’impegno di spesa di 31,5 milioni di euro per il periodo luglio-ottobre 2018, preannunciando un taglio del 40 per cento delle risorse per il periodo successivo alla luce del mancato stanziamento nazionale.

 

Aziende di trasporto preoccupate

Comunicazione che ha messo in allarme le società private che forniscono il servizio, le quali hanno attivato i canali ufficiosi per sollecitare la Regione affinché facesse la sua parte per fare pressione sul Governo e accelerare i tempi. Tentativi, però, che non hanno dato il risultato sperato.
A distanza di un mese dalla doccia fredda è dunque partita verso la Cittadella la prima comunicazione ufficiale (ma non pubblica) da parte della sezione regionale dell’Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori, nota del 22 ottobre indirizzata al governatore e all’assessore Roberto Musmanno nella quale l’Anav esprime «la forte preoccupazione delle aziende calabresi esercenti il servizio di Tpl per la mancata copertura finanziaria, per l’anno 2018, del fabbisogno del settore». In sintesi, fate presto che restiamo tutti a terra, passeggeri, imprese e lavoratori del comparto.
Dopo aver premesso che per «senso di responsabilità» le aziende di trasporto hanno comunque mantenuto inalterato il livello dei servizi per tutto il mese di ottobre, hanno avvertito che da novembre «non avrebbero potuto garantire la prosecuzione dei servizi».
«In mancanza di comunicazioni formali – si legge nella nota dell’associazione che rappresenta le aziende di trasporto -, circa l’eliminazione dei tagli previsti e circa la copertura integrale del fabbisogno finanziario, non saranno garantiti tutti i servizi di Tpl in Calabria a far data dal 1° novembre 2018». E non solo: «Contestualmente le aziende valuteranno tutte le procedure per la messa in mobilità del personale e saranno avviate tutte le azioni per il risarcimento dei danni subiti».

 

Nuovi autobus, vecchi problemi

Una prospettiva che rischia di rovinare il racconto della Calabria che funziona, che due giorni fa si era arricchito del capitolo relativo all’immissione di 22 nuovi autobus per il trasporto pubblico che nelle intenzioni della Regione dovrebbero andare a sostituire quelli altamente inquinanti immatricolati 21 anni fa. Mezzi acquistati con un cofinanziamento nazionale nell’ambito del programma “Connettere l'Italia”. «Questi 22 pullman – ha rimarcato Oliverio durante la presentazione alla stampa - sono parte di un pacchetto più ampio che, con risorse ministeriali, del Por e Fsc, ci consentirà di aggiungere 364 nuovi autobus entro il 2019».

 

Guccione: «Spreco di 60 milioni di euro»

Un obiettivo ambizioso che si scontra però con la realtà di risorse insufficienti che, se il settore fosse gestito in maniera diversa, probabilmente ci sarebbero. È quanto sostiene il consigliere regionale Carlo Guccione, che ha quantificato in 60 milioni di euro il danno arrecato dalla mancata costituzione dell’Agenzia regionale reti e mobilità, prevista dalla legge regionale 35/2015, che avrebbe dovuto assorbire parte di Ferrovie della Calabria, facendo risparmiare ogni anno circa 20 milioni di euro in Iva che l’Agenzia non sarebbe tenuta a versare.
Guccione, quindi, ha presentato un’interrogazione scritta, per sapere quali siano i motivi del ritardo della piena applicazione della normativa varata tre anni fa, che avrebbe dovuto permettere di ottimizzare la gestione e l’erogazione dei servizi di trasporto pubblico in Calabria.


Enrico De Girolamo

GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top