La Cassazione ha riformato in parte la sentenza nei confronti degli imputati nel processo per il tentato omicidio di Bernardo Princi, avvenuto nell'agguato nel quale è rimasto ucciso Giuseppe Arimare, l’allevatore di Sant’Eufemia d’Aspromonte ammazzato il 2 settembre 2013. La Suprema Corte, in merito all'accusa del tentato omicidio, ha annullato la sentenza nei confronti di Francesco Laurendi, difeso dall'avvocato Antonino Tripodi, rimandando gli atti alla Corte d'assise di appello di Reggio Calabria per un nuovo processo di secondo grado. 

 

Condanne definitive

La Corte di Cassazione, inoltre, riformato la sentenza anche nei confronti del reo confesso Raffaele Surace, avvocato Luca Cianferoni, limitatamente però alla computo della pena, condannando l'imputato a 20 anni di reclusione per l'accusa di omicidio, tentato omicidio e possesso illegale di armi. Sono stati, invece, rigettati i ricorsi degli altri imputati: Francesco (avvocato Cianferoni) e Stefano Luppino (avvocato Giuseppe Milicia), per i quali diviene definitiva la condanna a 14 anni di reclusione per l'omicidio e il tentato omicidio. La difesa di Francesco Luppino, per il quale servirà un nuovo processo d'appello per il tentato omicidio, sta studiando, la revisione del processo.  

 

Ucciso per una mucca

Giuseppe Arimare, imprenditore di 62 anni, è morto con un colpo di pistola al termine di una violenta lite scoppiata con Raffele Surace. La vittima era intervenuta in difesa del genero Princi. Alla base del fatto di sangue, il furto di una mucca dalla proprietà di Surace. Furto avvenuto qualche giorno prima. Secondo quanto ricostruito dalle forze di polizia, pare che Surace avesse incolpato del furto proprio Princi e contro di lui si sarebbe sfogato nei minuti precedenti alla sparatoria. Princi, quindi, vero obiettivo del presunto omicida, sarebbe stato malmenato da Surace e dagli altri imputati prima di arrivare a uccidere Giuseppe Arimare.