Devono rispondere di tentata estorsione in concorso nei confronti di una ditta edile del Vibonese.

Un episodio, consumato nel Comune di Soriano, per il quale sono stati tratti in arresto e condotti ai domiciliari Domenico Tassone, 35 anni di Soriano ma residente a Vazzano e Salvatore Zannino, 42 anni, residente a Sorianello. I due sono stati arrestati dai Carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Serra San Bruno, agli ordini del capitano Marco Di Caprio, supportati nella fase esecutiva dai militari delle stazioni di Soriano Calabro e Vazzano, unitamente al personale dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip di Vibo Valentia su richiesta della Procura.

Le indagini

Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2019 quando un imprenditore edile, originario di Arena, ha denunciato un tentativo di estorsione posto in essere ai suoi danni nel territorio di Soriano. Nella circostanza, l’operaio della ditta in questione ha denunciato che mentre stava eseguendo dei lavori per la pulizia strade, è stato avvicinato da due soggetti a bordo della stessa autovettura, i quali hanno richiesto, dapprima, se avesse «preso lui l’appalto» e successivamente l’importo totale dei lavori. L’operaio rispondeva di non sapere tale dato e visto ciò, i due gli richiedevano la somma contante di 1.000 euro per l’esecuzione del lavoro, che poi ammontava al 5% dell’importo complessivo dell’appalto.

Tassone e Zannino sono entrambi noti alle forze dell’ordine. Le minacce si sarebbero estrinsecate sia in maniera implicita che in maniera esplicita al fine di poter continuare ad eseguire i lavori previsti dall’appalto ottenuto senza ulteriori «fastidi». L’attività, quindi, basatasi in primis sulle dichiarazioni della vittima, è stata estesa al fine di riscontrare e ricostruire il modus operandi dei soggetti, e dunque l’intera vicenda oggetto del provvedimento in questione. I due, al termine delle operazioni di rito, sono stati posti agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria di Vibo Valentia.

È da sottolineare, ancora una volta, la fiducia dell’operaio e del giovane imprenditore che di fatto si sono affidati ai militari dell’Arma al fine di far luce su una situazione complessa che è stata concretamente sentita come una vera e propria minaccia per la propria incolumità personale.