Ci avevano provato già una volta a farlo fuori, sparandogli da un’auto in corsa. Ieri hanno atteso che arrivasse nel parcheggio del suo condominio, per poi fare fuoco contro la sua autovettura. Ma lui si è salvato ancora. C’è tanta caparbietà, un pizzico di fortuna e tanta amarezza in ciò che è accaduto ieri al testimone di giustizia Franco Gaetano Caminiti, dall’agosto scorso rimasto senza scorta.

 

Erano le 20.30 circa, quando l’uomo, di rientro dopo una giornata di lavoro, stava parcheggiando l’auto nel posto assegnato, all’interno di un palazzo sito a Pellaro, lungo la Statale 106. Caminiti si è accorto subito che qualcosa non andava, quando ha avvertito il rumore delle pallottole all’indirizzo del finestrino posteriore destro dell’auto. Quattro colpi, in tutto, quelli esplosi all’indirizzo della Bmw.

 

Caminiti ha avuto la prontezza di riflessi di fuggire dall’abitacolo, non rendendosi così bersaglio facile per i sicari. Nascosto dalla carrozzeria dell’auto, l’uomo ha atteso che la tempesta di fuoco cessasse. Come raccontato dalla stessa vittima, dopo pochi istanti, si è udita la voce di un killer che ha urlato: «Via, via via». Poi il silenzio. Solo allora Caminiti è rientrato in casa e ha avvertito la moglie, che ha chiamato i carabinieri della locale stazione di Pellaro.

 

I militari, giunti sul posto pochi minuti dopo, hanno espletato i primi rilievi, per poi lasciare le indagini in mano alla polizia di Stato, ieri competente per quella porzione di territorio.

Come detto, non è la prima volta che Caminiti viene fatto oggetto di atti intimidatori e tentati omicidi. Con le sue dichiarazioni, l’uomo ha mandato in cella diversi soggetti vicini alle ‘ndrine, denunciando soprusi di vario genere. Anche di recente aveva ricevuto una lettera con minacce di morte; in un’altra occasione aveva trovato due croci disegnate sui finestrini dell’autovettura, nonché due cartucce nella casella della posta.

 

C’è da rimarcare come Caminiti non abbia più la scorta dall’agosto scorso, quando il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica la revocò per mancanza di pericolo. Una situazione che, alla luce di quanto accaduto, dovrà certamente essere riesaminata. 

 

Consolato Minniti