«Provoca sgomento e indignata delusione la rabbiosa contestazione messa in atto, presso la tendopoli di San Ferdinando, da parte di un consistente gruppo di migranti ospitati nella stessa struttura».

 

Lo ha dichiarato il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi commentando quanto avvenuto, ieri sera, nel campo degli stagionali africani nella zona industriale. Gli immigranti hanno scagliato delle pietre contro gli agenti della polizia che garantiscono il rispetto della zona rossa imposta dalla Regione Calabria, dopo la scoperta di un focolaio di Covid-19 scoppiato nel ghetto.

 

«La contestazione, inattesa e improvvisa -spiega il sindaco Tripodi - si è conclusa con una proditoria sassaiola contro il reparto Mobile della Polizia di Stato, schierato a presidio della zona rossa istituita per isolare il contagio e garantire la quarantena.

 

Esiti più drammatici sono stati evitati solo grazie alla pronta, risoluta e consapevole azione di contenimento operata dagli agenti della Polizia di Stato, coordinati in loco dal primo dirigente Diego Trotta».

 

«Nell’esprimere sentimenti di vicinanza e gli auguri più affettuosi ai due poliziotti feriti - aggiunge il primo cittadino - desidero rinnovare, anche in questa circostanza, la più profonda gratitudine dell’amministrazione comunale di San Ferdinando alle Forze dell’Ordine che, spesso, pagano in prima persona le conseguenze di una politica distante o indifferente rispetto a un fenomeno sempre più spinoso e gravemente drammatico».

 

«Quanto accaduto è l’ennesima testimonianza - conclude Tripodi - di un malessere molto più diffuso che reclama, da una parte, il rapido superamento della tendopoli di San Ferdinando ma, anche, una strategia risolutiva delle dinamiche migratorie in tutta la Piana.

Chiedo, per l’ennesima volta e con rinnovata energia, al governo centrale e all’istituzione regionale di intervenire per governare la complessità di un fenomeno che può trasformarsi in risorsa ma anche generare derive violente e antidemocratiche».