Vuole vederci chiaro in quello che sembra un dedalo di inesattezze e griglie burocratiche il deputato del movimento Cinque Stelle Giuseppe D’Ippolito che stamani in una conferenza stampa “volante”, così come lui stesso l’ha definita, ha spiegato le ragioni del preannunciato esposto in Procura in merito alla questione del Teatro Grandinetti.

 


Al di là dell’agibilità o meno, D’Ippolito ha evidenziato le irregolarità che starebbero dietro all’erogazione del finanziamento pubblico regionale di cui sono state destinatarie le associazioni culturali che hanno programmato la stagione teatrale che ora dovrà essere trasferita a Catanzaro.

 


«Nell’avviso pubblico era previsto che le associazioni rilasciassero una dichiarazione con la quale attestavano di avere la disponibilità del bene, in questo caso il Teatro Grandinetti – ha spiegato – e queste lo hanno attestato a maggio 2017 quando quella disponibilità non c’era a livello giuridico. Non ce l’aveva nessuno perché era ancora in corso una gara. Tre soggetti avevano partecipato, due di questi erano stati esclusi perché privi dell’iscrizione al Mepa e il terzo era stato escluso per questioni legate ai poteri di firma. Successivamente quest’ultimo avrebbe fatto ricorso al Tar vincendolo. Le associazioni hanno invece dato disponibilità di quel bene e il sindaco Mascaro a settembre 2017, pochi mesi prima dello scioglimento, ha affidato con delibera di giunta ad una ditta a trattativa privata e gratuitamente la gestione del teatro a una delle ditte che era stata esclusa dalla gara».

 

Ma non solo. «Il commissario Alecci - ha continuato il parlamentare - ha dichiarato pubblicamente in una lettera di volere procedere con esproprio del manufatto abusivo individuato e nelle more di questo di volere procedere nuovamente con gara a trattativa privata e gratuita per la gestione del teatro. Tra l’altro – incalza il Cinque Stelle - questo tipo di gara era stata censurata dalla commissione di accesso. E lui afferma di volerla rifare. Indirizza questa lettera alle tre ditte interessate, all’assessore regionale competente all’erogazione del finanziamento e al prefetto. Si reca anche dall’assessore per perorare le cause di queste associazioni che correvano il rischio di perdere un finanziamento raggiunto in maniera dubbia».

 


Durante la riunione con la prefettura, ha raccontato poi il pentastellato, è emerso che gli ostacoli che riguardano l’agibilità del Teatro Grandinetti non sono imputabili all’ex proprietario che avrebbe sempre dato la sua disponibilità, ma al manufatto abusivo che blocca le vie di fuga.

 

«Ho le prove – ha detto D’Ippolito - che il Comune era a conoscenza dell’esistenza della costruzione già nel 2010 e all’atto di vendita fatto dal commissario straordinario dell’epoca Giuseppe Costanzo era stata allegata una nota in cui si segnalava l’esistenza del manufatto abusivo proprio sulle vie di fuga, ostacolo alla realizzazione delle uscite di sicurezza». Insomma si sarebbe voluto fare finta di nulla volutamente.

 


«Dal 2010 e fino a tre giorni fa - ha concluso -questa circostanza è stata taciuta. Nessuno dei dirigenti, dei sindaci e dei commissari ha sentito il dovere di venire qui in Procura quanto sapevano sul manufatto». Tanti, troppi punti da chiarire che hanno portato il deputato a denunciare.