Caso Vangeli, mamma Elsa: «Sapevo che mio figlio era morto, ora qualcuno pagherà»

VIDEO | Ai nostri microfoni la madre del 26enne di Filandari scomparso dall’ottobre scorso. Oggi la svolta con il fermo di Antonio Prostamo: «Che razza di gente uccide un bravo ragazzo così? Nessuna famiglia deve provare questo dolore. Oggi è una vita che non è più vita»

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di Redazione
11 luglio 2019
14:34

È sconvolta, prova rabbia, è una mamma distrutta dal dolore. È Elsa Tavella, madre di Francesco Vangeli, il giovane di 26 anni di Filandari scomparso dall’ottobre scorso. Oggi l’inchiesta è giunta ad una svolta con il fermo di Antonio Prostamo. Cinque complessivamente gli indagati. Gli inquirenti consegnano una verità atroce. Francesco è stato prima “giustiziato” con un numero imprecisato di colpi di fucile, poi messo in sacco ancora vivo e infine gettato nel fiume Mesima. Il movente: una ragazza contesa.

 


«Sono sconvolta – ha dichiarato ai nostri microfoni Elsa Tavella - ma oggi provo anche un pizzico di felicità, sapere che fine ha fatto mio figlio è importante. Dal primo giorno sapevo che non era vivo ma volevo sapere cosa era successo. Francesco non meritava questa fine, non aveva fatto male a nessuno. È troppo forte il dolore che una mamma deve sopportare. Più volte mi sono rivolta al procuratore Gratteri, mi dicevano di pazientare e sono stati di parola. Ho avuto fiducia e loro mi hanno ripagato. Ora tutti i responsabili devono pagare, non è giusto che un ragazzo di 26 anni debba morire, nessuno ha il diritto di togliere una vita. Oggi mi sono morta dentro per la seconda volta ma con la consapevolezza che qualcuno pagherà».

 

Poi l'appello di mamma Elsa: «Denunciate quello che c'è di male, i carabinieri lavorano sempre anche se non li vediamo. Nessuna mamma e nessuna famiglia deve provare questo dolore. Oggi è una vita che non è più vita. Spero che a breve guarderò in faccia queste persone. Ma come si può sparare con un fucile ad un ragazzo, chiuderlo in un sacco ancora vivo, che cuore hanno, che persone sono? La mia famiglia cosa gli ha fatto?».

 

Infine l’ennesimo richiesta di mamma Elsa affinché venga ritrovato il corpo di Francesco: «La cosa più brutta è non ridarmelo, perché non dirmi dove è mio figlio? Francesco ha diritto di avere una tomba dove io possa piangere, dove io possa portare un fiore».

 

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