Con la pronuncia della Corte di cassazione, che ha rigettato i ricorsi presentati dai loro difensori, sono diventate definitive le condanne comminate nel novembre del 2020 dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria a cinque giovani di Melito Porto Salvo accusati di avere abusato di una minorenne.

I giudici hanno confermato, in particolare, la condanna a 8 anni e 2 mesi di reclusione di Giovanni Iamonte, figlio del boss dell'omonima cosca di 'ndrangheta Remingo e nipote di Natale Iamonte, indicato come il "patriarca" del gruppo criminale di Melito Porto Salvo. Definitive anche le condanne di Davide Schimizzi (9 anni), Antonio Verduci (6 anni e 6 mesi) e Lorenzo Tripodi e Michele Nucera (6 anni). Confermata inoltre la condanna a 10 mesi, con pena sospesa, per Domenico Mario Pitasi, imputato di favoreggiamento personale.

La vicenda che ha portato alla conferma delle condanne risale al settembre del 2016, quando i carabinieri arrestarono i sei giovani coinvolti, a vario titolo, nella vicenda. La posizione processuale più grave era quella di Schimizzi, che era fidanzato con la minorenne e l'aveva poi costretta ad avere rapporti con gli altri imputati accusati di violenza sessuale, cui era legato da rapporti di amicizia. La giovane vittima delle violenze si è costituita parte civile contro gli imputati