Il giovane di Dasà uccise la studentessa di medicina Lorena Quaranta nel marzo 2020, durante il lockdown. Il nuovo giudizio riguarda soltanto le attenuanti generiche e potrebbe portare a una rimodulazione della condanna
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Nuovo processo d’appello, limitatamente alla sussistenza delle attenuanti generiche, per Antonio De Pace, infermiere originario di Dasà, in provincia di Vibo Valentia, condannato per avere ucciso Lorena De Franco, studentessa in Medicina originaria di Favara, in provincia di Agrigento.
L’omicidio è avvenuto il 31 marzo 2020, in pieno lockdown, in una villetta di Furci Siculo, in provincia di Messina, dove la ragazza è stata strangolata. A chiamare i carabinieri è stato lo stesso De Pace che, dopo qualche stentata spiegazione in cui diceva di aver agito perché terrorizzato dall'idea che la fidanzata potesse contagiarlo con il Covid, si è chiuso nel silenzio.
Il delitto | Omicidio Lorena Quaranta, chiesto l’ergastolo per il fidanzato vibonese Antonio De Pace
A luglio 2023 De Pace è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello di Messina che aveva rifiutato di riconoscere attenuanti generiche chieste anche dalla Procura generale. Anche il procuratore generale della Cassazione ha chiesto la conferma della sentenza.
Adesso dovrà celebrarsi un nuovo processo, davanti a un nuovo collegio di giudici della Corte d’Assise d’Appello, per rivalutare se concedere o meno le attenuanti e dunque rimodulare la condanna.