Il gup del Tribunale di Catanzaro ha disposto il rinvio a giudizio di Salvatore Scumace (difeso dall'avvocato Gregorio Viscomi), l'ex dipendente dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro accusato di essersi assentato dal lavoro dal 2005 e fino al 2020 procurandosi un ingiusto vantaggio patrimoniale derivato dalla corresponsione dello stipendio. Scumace risponde di abuso d'ufficio ed estorsione e dovrà affrontare il processo che avrà inizio il prossimo 5 aprile. 

Rinviato a giudizio anche Nino Critelli (difeso dall'avvocato Giuseppe Fonte), ex dirigente responsabile del centro operativo antincendio dell'azienda ospedaliera, dove Scumace avrebbe dovuto prestare servizio, é accusato di abuso d'ufficio per non aver impedito al dipendente di assentarsi dal luogo di lavoro. Rispondono di abuso d'ufficio anche Maria Pia De Vito (difesa dall'avvocato Antonio Ludovico), oggi rinviata a giudizio, e Vittorio Prejanò (difeso dall'avvocato Vittorio Aversa e Saverio Loiero), che ha optato per il rito abbreviato, poichè in qualità di dirigenti responsabili dell'ufficio risorse umane non avrebbero segnalato alla direzione amministrativa la condotta assenteistica del dipendente.

Prosciolti, invece, perchè il fatto non sussiste Domenico Canino (difeso da Aldo Casalinuovo), Laura Fondacaro (difesa dagli avvocati Bruno Filippo Napoli e Luigi Aloisio) e Antonio Molè (difeso dall'avvocato Danilo Iannello). Erano accusati di falsità ideologica e abuso d'ufficio poichè in qualità rispettivamente di presidente e componenti della commissione disciplinare non avrebbero adottato alcun provvedimento nei confronti del dipendente dopo la nota del direttore amministrativo che segnalava la condotta assenteistica di Salvatore Scumace.