"Vogliamo la verità – ha dichiarato in conferenza stampa – Non ho mai speculato sulla squadra, e proprio perché mi ritengo onesto e sincero ho rifiutato soldi promessi dal presidente della Figc Carlo Tavecchio".


L’ex tecnico e presidente del club di calcio a 5 femminile si opporrà alla richiesta di archiviazione formulata dai magistrati locresi. Quelle minacce per lui, che non risulta indagato, non sono un bluff: "Mi sento amareggiato da chi avanza dubbi sulla mia persona – ha proseguito – in tutta questa vicenda io sono parte lesa".

Secondo la Procura quelle minacce sarebbero state autoprodotte. Ma Armeni non ci sta: "Tra la ‘ndrangheta e l’autoproduzione dei pizzini esistono tante entità che dovrebbero essere prese in esame. Abbiamo fatto tutto in buona fede – ha poi chiosato – e non devo chiedere scusa a nessuno".