*di Antonio Pileggi, avvocato

 

Sulla base degli Accordi integrativi regionali (AIR) susseguitisi negli anni i medici convenzionati del 118 (Emergenza Sanitaria Territoriale) hanno sempre percepito un aumento fisso della retribuzione base prevista dagli Accordi collettivi nazionali (ACN) corrisposto anche sulla retribuzione feriale.

Nell’ultimo AIR della Regione Calabria del 31 luglio 2006 questo aumento, pari ad  5,50 euro per ogni ora di attività, è stato riconosciuto sotto forma di indennità aggiuntiva legata allo svolgimento di compiti aggiuntivi, anche sefino a tutto il 2019 la norma è stata sempre interpretata ed applicata nel senso che per ogni ora di lavoro il medico del 118 avesse diritto al suddetto compenso aggiuntivo, riconosciuto anche sulle ore di ferie retribuite, in continuità con quanto previsto dai precedenti AIR. La prassi applicativa è un fondamentale criterio interpretativo delle fonti negoziali.  Ad ogni modo, nel gennaio del 2019 le parti stipulanti hanno sottoscritto un accordo di interpretazione autentica dell’art. 29 AIRche, pur con una serie di accortezze (autocertificazione dei compiti aggiuntivi), ha sostanzialmente consentito ai medici convenzionati di mantenere l’integrazione di € 5,50 su ogni ora di lavoro prestato.

Sospesa l'integrazione

La gestione commissariale dell’Asl di Catanzaro, però, su proposta della Responsabile U.O. Gestione Personale Convenzionato Dott.ssa Matozzo, con delibera n. 2 del 10 gennaio 2020 ha sospeso la corresponsione dell’integrazione di € 5,50 lordi per ogni ora, asserendo che la stessa fosse dovuta esclusivamente sulle ore di lavoro eccedenti l’orario di 38 ore settimanali (ore in più che verrebbero compensate con appena € 5,50 lorde!)  e per compiti aggiuntivi diversi da quelli espletati durante l’orario di lavoro. Pertanto, da gennaio 2020 ai medici del 118 non viene più corrisposta l’indennità in questione con una perdita stipendiale di circa 700/800 € mensili e, per giunta, l’ASP di Catanzaro, i primi di marzo 2020 ha annunciato ai medici convenzionati che procederà al recupero dell’indennità corrisposta negli ultimi dieci anni a cominciare dalla quota relativa alla retribuzione feriale.

Tutto ciò nel pieno dell’emergenza COVID-19.

Ad oggi, dunque, i medici convenzionati dell’emergenza sanitaria che hanno sempre guadagnato all’incirca € 2.800 mensili, per 38 ore settimanali (retribuzione comunque inadeguata), si ritrovano improvvisamente a percepire una retribuzione mensile di circa € 2.100 per svolgereuna delicata ed impegnativa attività in condizione di fisiologica emergenza che li sottopone ad un enorme stress psico-fisico.

Per dare un’idea dell’abnormità del provvedimento, gravemente lesivo della dignità della professione medica, basti considerare che i medici del 118, già convenzionati, e poi strutturati come dipendenti dell’ASP, che svolgono l’identica attività, con le identiche modalità, negli stessi turni, percepiscono una retribuzione di € 3600/3800 per tredici mensilità, e beneficiano di tutte le tutele proprie dei dipendenti pubblici (malattia, maternità, benefit, buoni pasto, ecc.), coprendo un numero di turni inferiore (24/25, inclusi turni di formazione obbligatoria) rispetto ai medici convenzionati (che coprono 26/27 turni), e percependo indennità per lavoro notturno e festivo che i medici convenzionati non percepiscono. 

Peraltro, già prima di subire una così rilevante decurtazione retributiva i medici della Regione Calabria erano, in tutta Italia, quelli con la retribuzione in assoluta più bassa anche rispetto ai medici convenzionati di altre Regioni del sud.

 

Non solo. Nella stessa Regione Calabria solo le ASP di Catanzaro e di Crotone si sono arrogate il potere, che assolutamente non hanno, di interpretare “autenticamente” (cioè a loro arbitrio) l’art. 29 AIR, riducendo drasticamente la retribuzione dei medici convenzionati del 118, consolidata da decenni.

Le conseguenze di una siffatta proditoria ed irresponsabile iniziativa sul servizio del 118, in piena emergenza COVID-19 sono state devastanti, causando la ribellione o la defezione dei medici del 118 (diversi dei quali in procinto di dimettersi alla ricerca di occupazioni più dignitose) costringendo i superstiti a turni massacranti per assicurare il servizio.  

A nulla è valsa una diffida supportata da un parere pro veritate dello scrivente, non degnata nemmeno di risposta.

La situazione del servizio del 118 è dunque drammatica a causa di incomprensibili decisioni di brutale penalizzazione economica di medici in prima linea, quali quelli addetti all’emergenza sanitaria.