Sindaco di Scalea arrestato, la Cgil: «Non c'è pace per la città»

Secondo Giuseppe Guido, segretario generale Cgil e comprensorio Pollino Sibaritide Tirreno, e Mimma Iannello, responsabile Cgil alto Tirreno, l'arresto del sindaco di Scalea Gennaro Licursi sarebbe una ferita per l'intero territorio

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di Francesca  Lagatta
12 dicembre 2019
16:52

«Non c’è pace: il Comune di Scalea in continua balìa di eventi giudiziari e l’Asp al servizio di interessi privati. L’inchiesta ultima che ha portato all'arresto del Sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, in qualità di dipendente dell’Asp di Cosenza, è l’ultimo colpo mortale all’immagine di una città e di un territorio che, dagli anni di Plinius, vive un degradante deterioramento della pratica della legalità. Le ricadute pesano sempre più sulla vita e sugli interessi generali dell’intera comunità». Lo affermano in una nota Giuseppe Guido, segretario generale Cgil e comprensorio Pollino Sibaritide Tirreno, e Mimma Iannello, responsabile Cgil alto Tirreno.

«Troppi amministratori coinvolti in vicende di malaffare»

Sarebbe quadro complessivo di abbassamento dell’etica pubblica, secondo i due esponenti della Cgil, in cui «troppi amministratori locali di questo territorio risultano coinvolti in vicende di malaffare pubblico e privato. Un susseguirsi inquietante di inchieste ed arresti che alimenta la sfiducia dei cittadini verso pezzi periferici dello Stato e che genera instabilità amministrativa e malagestione di servizi pubblici a danno dei cittadini e del mondo del lavoro a cui servono, diversamente, enti ed amministrazioni stabili, eticamente inappuntabili e capaci di amministrare nella piena legalità ogni servizio, appalto, affidamento, assunzione ed ogni opportunità di spesa. Ancor più se l’ente coinvolto è un’azienda sanitaria le cui risorse non possono essere asservite a logiche di malaffare ma dedicate al solo scopo di curare i bisogni di salute dei cittadini».


Pieno sostegno al procuratore Pierpaolo Bruni

«Proprio per questo - continuano Guido e Iannello -, quando nel 2018 il procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni annunciò la volontà di voler affondare il bisturi nella pubblica amministratore locale per contrastare ogni illecito, come Cgil salutammo e sostenemmo senza esitazione quella dichiarazione». Poi continuano: «Oggi, con lo stesso spirito, e la convinta sollecitazione ad allargare l'indagine ad ogni ente pubblico del territorio, la Cgil Comprensoriale confida sull’efficacia e sull’accuratezza dell’azione promossa dalla Procura di Paola tramite l’inchiesta Ghost Work certi che verrà verificata la consistenza dei reati ascritti ad ogni soggetto in essa coinvolto e accertato se tali reati siano configurabili dentro un vero “sistema” vocato alla truffa ai danni della pubblica amministrazione o di condotte di singoli».

«Una ferita per l'intero territorio»

Quindi, Giuseppe Guido e Mimma Iannello concludono: «A prescindere dalle modalità attraverso cui compiuti i presunti reati emersi nell’inchiesta, i fatti assurti a cronaca nazionale, se confermati in sede di giudizio, rappresenterebbero per la Cgil una deprecabile ferita per il territorio e per l’immagine delle amministrazioni coinvolte che devono essere poste in garanzia della loro funzione di servizio verso i cittadini, e verso cui serve l’adeguata indignazione democratica dei cittadini».

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