La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la sentenza di incandidabilità per un turno elettorale nei confronti dell’ex sindaco di Siderno Pietro Fuda, per il quale il Viminale aveva avviato la procedura dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

La corte ha preso in esame le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 143, sia in relazione alla carta costituzionale italiana sia alla convenzione europea dei diritti dell’uomo, sostenendo che non si tratta di una sanzione di incandidabilità di natura penale, ma di una misura meramente interdittiva di carattere preventivo.

La sentenza arriva a poche settimane dalla presentazione delle liste per le prossime elezioni comunali, previste per il 20 settembre. Una competizione a cui Fuda non aveva mai fatto mistero di voler prendere parte per proseguire la sua azione amministrativa interrotta dopo lo scioglimento per mafia.

«Valuteremo bene le motivazioni che a prima vista non ci convincono e decideremo se proporre il ricorso in Cassazione» ha affermato il legale di Fuda, l’avvocato Francesco Macrì.

 

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