La preoccupante situazione del centro della Locride. I recenti attentati che sono al vaglio degli inquirenti hanno creato allarme tra la popolazione e le rappresentanze istituzionali
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Siderno, poco meno di diciottomila abitanti, è uno dei centri più importanti della Locride. Negli ultimi otto anni, per ben due volte, il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Una prima volta, il 9 aprile del 2013, sotto la guida di Riccardo Ritorto, esponente di Forza Italia, e il 9 agosto del 2018, con sindaco l’ex sen. Pietro Fuda, civico di centrosinistra.
Lo scorso 18 ottobre 2021, dopo il ballottaggio, è eletta sindaco Maria Teresa Fragomeni, commercialista, ex assessore regionale al Bilancio nella Giunta Oliverio, esponente del Pd. Dall’insediamento ad oggi, a Siderno sono state incendiate due autovetture di un esponente della minoranza di centrodestra, il geom. Domenico Catalano, titolare di uno studio tecnico, e la notte scorsa, due macchine di servizio dell’amministrazione comunale custodite dentro lo stadio. Qualche giorno fa, inoltre, sul davanzale di una finestra del palazzo civico erano state ritrovate pallottole di pistola. Siderno è storicamente “locale” di 'ndrangheta tra i più potenti al mondo.
Dalla piccola cittadina ionica, dominata dal potente boss assassinato negli anni ’70, ‘Ntoni Macrì, i sidernesi di 'ndrangheta diedero vita in Canada al famigerato ‘Siderno group’, con diramazioni negli Stati Uniti, un blocco criminale radicato in profondità diretto dalla ‘famiglia’ Commisso (‘i quagghia’), soprattutto a Toronto. Ma i sidernesi sono anche ampiamente presenti in Australia, con una loro colonia attiva nei settori della pesca, agricoltura e nel traffico di sostanze stupefacenti.
Secondo il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, «a Siderno c’è 'ndrangheta di serie A!». I recenti attentati, che sono attentamente al vaglio degli inquirenti, hanno creato allarme tra la popolazione e le rappresentanze istituzionali. Si tratta di atti intimidatori particolarmente pericolosi, «quasi un richiamo di attenzione – dice un investigatore – verso la nuova gestione della cosa pubblica».