Va avanti la protesta contro l’ipotesi di accorpamento dei due distretti sanitari Jonio nord e sud prospettato nell’Atto aziendale dell’Asp di Cosenza. Ieri, nell’area antistante il presidio ospedaliero “Chidichimo” di Trebisacce, il partito di IDM insieme a tesserati-iscritti ha tenuto un sit-in per dire “no” all’idea di distretto unico. Sono stati ribaditi i punti sostanziali della vertenza che ruotano attorno alla vastità territoriale della nuova geografica disegnata (40 con più di 170.000 abitanti) e al principio secondo il quale i servizi debbano essere vicini ai cittadini.

Sono interventi Emilio De Bartolo, segretario provinciale di Idm e Andrea Renne responsabile Alto jonio. Ribadito il tentativo spoliazione del vasto territorio e al contempo è stata avanzata la richiesta ai vertici aziendali di rivedere la scelta operata. Tra i manifestanti anche semplici cittadini che hanno ripreso l’idea di guardare alle popolazioni della Basilicata se la sanità sullo jonio cosentino deve essere questa.

I sindaci incontrano il commissario dell'Asp 

Nel frattempo i sindaci Franco Mundo (Trebisacce), Simona Colotta (Oriolo), Giuseppe Ramundo (vice sindaco di Cerchiara), in rappresentanza dei 17 primi cittadini dei Comuni del Distretto Jonio Nord, hanno incontrato il Commissario ad Acta dell’ASP di Cosenza, Vincenzo La Regina, al fine di contestare la decisione di accorpamento. Al manager aziendale è stato consegnato un documento nel quale si sottolineano ipotesi di “illegittimità” oltre a palesare la presunta violazione alle linee guida del commissario ad Acta per il piano di rientro in cui si prevedono sei distretti e non cinque.  «Non si ravvedono i presupposti, anche per eventuali limitazioni nel numero di abitanti, per i quali il distretto può essere istituito anche in deroga. Peraltro, già alla luce dell’attuale gestione accentrata, sono sotto gli occhi di tutti le carenze, disfunzioni e omissioni, dai tamponi alle vaccinazioni, alle condizioni territoriali difficili». A parere degli amministratori «il distretto socio assistenziale deve coincidere con quello sanitario».