«Essere al servizio delle città e delle province». Così si è presentato questa mattina alla stampa il nuovo questore di Catanzaro, Paolo Sirna, che ha preso il posto di Maurizio Agricola. Ha già avuto esperienze in Calabria, nel 1989 ha diretto la sezione omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria e successivamente i commissariati di polizia di Sant'Agata di Militello e di Barcellona Pozzo di Gotto. Nella stagione delle faide mafiose ha partecipato attivamente alle attività di indagine nell'operazione antimafia "Mare Nostrum" sfociata nel 1994 nell'esecuzione di centinaia di provvedimenti restrittivi contro i capimafia e i gregari. 

Più di recente, è stato capo della Squadra Mobile di Messina. Nel 2015 è stato questore a Matera e nel 2019 a Foggia. «I punti critici sono sempre la lotta alla criminalità organizzata e tutto ciò che ha a che fare con le problematiche che attanagliano le società meridionali. Quindi, molta attenzione ai giovani e al disagio giovanile ma a tutte le fasce deboli» ha chiarito illustrando le direttrici della sua azione.

«Ho iniziato la mia carriera alla questura di Reggio Calabria - ricorda - dove sono stato per due anni e ho diretto la sezione catturandi e poi soprattutto la sezione omicidio, quindi conosco le dinamiche di 'ndrangheta che fanno parte del mio vissuto professionale che è poi sfociato nell'operazione "Santa Barbara"». «Il sud ha un gap da recuperare - ha aggiunto - e credo che l'orientamento governativo sia anche quello di far sì che le opportunità si moltiplichino per il sud Italia in tanti settori ma soprattutto in tema di sicurezza». «Il messaggio che voglio inviare è che le forze dell'ordine sono al servizio della società civile ponendosi in ascolto e in una collaborazione sinergica con la società e con chi vuole lo sviluppo di questa terra».

«Ho avuto il piacere di essere accolto questa mattina nel polo funzionale - ha aggiunto - e ho iniziato a conoscere funzionari e collaboratori della questura da cui traggo un giudizio molto positivo in termini di efficienza e di professionalità. Rendo onore a loro per il lavoro svolto che continueremo a svolgere, mi auguro, con lo stesso profitto».