Il sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi si è recato a San Demetrio Corone per il maestro Franco Azzinari che, dopo 56 anni, torna nella sua comunità natia in un'ampia mostra realizzata specificatamente sulla sua figura, fortemente voluta dall'amministrazione comunale, dal titolo "Venti del Mediterraneo".

Azzinari è un pittore rinomato negli ambienti dell'arte contemporanea, si è fatto conoscere negli Stati Uniti, alle Seychelles e in Brasile, dove ha ottenuto autorevoli e prestigiosi riconoscimenti. Le sue opere fanno ormai parte di importanti collezioni italiane e straniere. Ovviamente sulla presenza di Sgarbi all'inaugurazione della mostra, che si è tenuta nel Collegio di Sant'Adriano, ha tenuto banco la polemica scatenata dal Fatto Quotidiano riguardo alle presunte incompatibilità e conflitti di interessi. Qui Sgarbi ha preannunziato querele e, soprattutto, intende avviare un’azione ispettiva al fine di individuare la “talpa” ministeriale che avrebbe fornito informazioni denigratorie alla stampa.

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Sgarbi ha sostenuto la sua posizione facendo riferimento ai diritti d'autore garantiti dall'articolo 21 della Costituzione italiana. Riguardo alle accuse mosse contro di lui, ha dichiarato: «Quella portata avanti contro la mia figura è un'azione criminale. È stata presa una lettera anonima e hanno cercato di mettere in contraddizione cose che non lo sono, cioè non c'è nessun rapporto con la mia tutela di questo monumento che è quella di un edificio straordinario (la chiesa di Sant'Adriano e Santa Natalia, ndr) e l'opera di Azzinari che non appartiene al patrimonio artistico tutelato». Sgarbi ha espresso la sua indignazione definendo l'accaduto «una violenza inaudita».

Il sottosegretario ha manifestato la sua volontà di proseguire nel suo ruolo istituzionale e da critico d'arte, sottolineando la necessità di poter lavorare in tranquillità: «Se fosse vero l'orrore che dicono, non sarei dovuto venire qui». Il sottosegretario ha riconosciuto il valore dell’artista Azzinari di livello straordinario, paragonandolo ad artisti di fama internazionale. Definito il pittore del vento per la tecnica pittorica e i soggetti dei suoi quadri, tutti incentrati sulla natura e sugli elementi della creazione sotto la forza suggestiva della brezza.

Poi si è soffermato sulla necessità di promuovere la cultura arbëreshë: «Ho una figlia albanese e ho sempre considerato quest’area della Calabria un luogo in cui le tradizioni vengono custodite gelosamente, in particolare la lingua. La lingua stessa rappresenta la ragione di un'identità, e l'idea che qualcuno parli arbëreshë è simbolo di un legame con il passato che non deve andare perduto. Non sento nulla di più prezioso di queste persone, gli abitanti dell'Arberia, che sono legate a un tempo che rischiamo di dimenticare».

Il sindaco Madeo: «Giusto che Sgarbi metta a disposizione le sue conoscenze»

Sulle polemiche di questi giorni, si è anche espresso il sindaco di San Demetrio Corone, Ernesto Madeo: «Io credo che queste non siano situazioni che debbano essere valutate solo secondo prospettive professionali. Sgarbi è un professionista, un uomo di cultura e quando arriva il momento di mettere le sue conoscenze a disposizione, deve mettersi a disposizione degli altri. Non si può penalizzare una comunità per questioni che non riguardano direttamente la comunità stessa».

«Detto questo, devo dire che sono stato un po' sorpreso dalla serie di polemiche contro cui siamo stati costretti a intervenire come amministrazione. Era giusto fare chiarezza, non volevamo lasciare spazio a equivoci. Ciò che abbiamo fatto è stato di grande importanza per la nostra comunità, abbiamo riportato nel nostro paese l'artista Franco Azzinari, assente da 56 anni. Due anni fa, questa amministrazione ha voluto ripristinare un legame con lui e ci siamo spinti oltre, dicendo: “Torna a operare nel tuo paese”. Questa è stata un'azione propositiva, con il massimo impegno e il progetto è stato costruito nel tempo. Oggi, l'evento che abbiamo organizzato è stato l'apice di questo lavoro, frutto di mesi di impegno».

Sebbene la polemica abbia creato un clima di tensione sull'evento, è stato sicuramente la scusa per portare il nome di San Demetrio a livello nazionale. La comunità è conosciuta a livello mondiale, «ma credo che collegare i due momenti sia stato un segnale importante per sottolineare l'impegno della nostra comunità nel valorizzare il suo patrimonio» ha concluso il sindaco.