A seguito dell'inchiesta della guardia di finanza denominata "Brooklyn", coordinata dalla Dda di Catanzaro, che questa mattina ha portato al sequestro del ponte Morandi, principale arteria d'ingresso al capoluogo di regione, molte sono state le reazioni di autorità politiche e civili. L'indagine ha inoltre portato all'arresto di 4 persone e all'interdizione dall’esercizio delle attività professionali di altre 2.

Il presidente della Regione Occhiuto: «Indispensabile approfondire la vicenda»

«Ha fatto bene la magistratura, che ringrazio per il suo prezioso lavoro, ad intervenire in merito ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte 'Morandi' di Catanzaro e di un tratto della SS280 'dei Due Mari', che secondo quanto si apprende sarebbero stati eseguiti in modo irregolare e con materiali scadenti. Sarà indispensabile approfondire al più presto questa delicata vicenda. Se ci sono stati illeciti è giusto che i responsabili ne rispondano davanti alla giustizia. Non si scherza con la sicurezza dei cittadini».

Il presidente della commissione antimafia Nicola Morra: «Evitato disastro,servono controlli»

«Questa volta il disastro è stato evitato, perché gli arresti sono arrivati prima del dramma. L'attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico di imprenditori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell'Anas, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. Un altro Ponte Morandi, che ci fa tornare alla mente quello, più noto, di Genova. Come detto, questa volta - rileva il presidente della Commissione parlamentare antimafia - il disastro è stato evitato. Bene, complimenti agli inquirenti. Le imprese che si occupano di certi appalti devono essere trasparenti e lavorare con qualità ed efficienza. Più controlliamo a monte, meno rischi correremo. Chi in nome della velocità vorrebbe evitarlo, - conclude Morra - è un irresponsabile che non fa il bene del Paese».

Il deputato Paolo Parentela (M5s): «Gravissime le risultanze dell’inchiesta»

«Sono gravissime le risultanze dell’inchiesta Brooklyn, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che tra l’altro ha portato al sequestro, con facoltà d'uso, del ponte Morandi di Catanzaro e della galleria Sansinato, per causa di interventi di manutenzione straordinaria eseguiti con materiale scadente. La vicenda conferma la pervasività della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici. Ancora una volta, da quanto emerso, per interessi e affari della ’ndrangheta viene messa a rischio la vita dei calabresi, a quanto pare anche con inammissibili forme di complicità in ambiti pubblici. Desta forte preoccupazione – prosegue il parlamentare del Movimento 5 Stelle – che gli imprenditori indagati siano coinvolti a vario titolo anche nelle inchieste Rinascita-Scott e Basso profilo, quasi a prefigurare una specie di sistema fraudolento per gestire gli appalti pubblici. È necessario – conclude Parentela – che sia rafforzato il controllo delle principali infrastrutture della Calabria, per accertare se vi siano altri casi di lavori eseguiti fuori delle regole e con speculazioni d’impresa. Soprattutto, bisogna rafforzare, intanto a livello normativo, il sistema di sorveglianza sulle ditte che ottengono l’affidamento di lavori pubblici».

Il senatore Ernesto Magorno (Iv): «Un atto a tutela dei cittadini»

«Il sequestro del Ponte Morandi a Catanzaro è un atto a tutela dei cittadini. Grazie al Procuratore Nicola Gratteri per lo straordinario lavoro che realizza quotidianamente. A lui rinnoviamo tutto il nostro sostegno».

La senatrice Bianca Laura Granato (L'Alternativa c'è): «Regione e Comune si costituiscano parte civile»

«Chiederò che la Regione e il Comune di Catanzaro si costituiscano parte civile in primo grado e io stessa in quanto senatrice eletta residente nel capoluogo farò altrettanto. L’inchiesta 'Brooklyn" - sostiene Granato - continua a gettare una luce sinistra sulle procedure di appalto per le opere pubbliche e quindi sul rischio di corruzione e soprattutto di omessa vigilanza sui materiali impiegati per infrastrutture di importanza strategica, come il Ponte Morandi di Catanzaro. Recentemente - ricorda la senatrice de 'L'Alternativa c'è' - sono intervenuta per chiedere alla Regione di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario scaturito in ordine al crollo della Strada statale 106 ionica nel 2017. Occorre maggiore vigilanza sugli appalti, maggiore vigilanza sui materiali impiegati, attraverso analisi costanti di prelievi effettuati sui materiali e confronto con i capitolati di appalto. Certo la complicità di uomini delle istituzioni e di tecnici della partecipata pubblica Anas, qualora fossero confermate sarebbero estremamente gravi. Chiederò – conclude Granato - che la Regione e il Comune di Catanzaro si costituiscano parte civile in primo grado e io stessa in quanto senatrice eletta residente nel capoluogo farò altrettanto».

La sottosegretaria per il Sud Dalila Nesci: «Grazie a Gdf e Dda, Calabria merita riscatto»

«L’operazione che ha portato alla luce il giro di corruzione e associazione a delinquere con finalità mafiose negli appalti a Catanzaro, coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri, è un risultato importante nella lotta alle attività illecite sul territorio. Ringraziamo la Guardia di Finanza e la Direzione Distrettuale Antimafia per il loro encomiabile lavoro, che consentirà anche di svolgere accertamenti tecnici sulle opere coinvolte. Siamo al fianco di chi difende la giustizia e la legalità, tutte le istituzioni devono fare la propria parte per portare avanti quel processo di riscatto che la Calabria merita. Quanto accertato da magistratura e forze dell’ordine - aggiunge - circa l’impiego di materiali scadenti e più economici per la realizzazione delle opere, che ha portato al sequestro del ponte Morandi di Catanzaro e di un tratto della statale 280 ‘Due Mari’, è frutto di un’attività criminale gravissima e spregiudicata. Le intercettazioni a carico degli imprenditori, che agivano con la complicità di un finanziere e un ingegnere Anas, sono inquietanti e svelano una speculazione scellerata. Ci congratuliamo per l’esito dell’inchiesta ‘Brooklyn’ che ha evitato gravi conseguenze ai danni della popolazione. La necessità di attuare controlli ferrei e introdurre norme severe, che abbiamo sempre difeso, si dimostra la strada giusta da percorrere. Ora auspichiamo che si prosegua senza esitare in questa direzione, lo dobbiamo - conclude Nesci - a tutti i cittadini onesti che rappresentano il nostro territorio».