Beni per quasi tre milioni di euro (2.818.548,78 euro) tra quote societarie di strutture alberghiere, denaro contante e conti correnti postali e bancari sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Crotone.

 

Destinatari del provvedimento sono stati una società di capitali, operante nel settore turistico-alberghiero e otto soggetti ai quali, già in sede di chiusura indagini e conseguente notifica di informazione di garanzia, è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Due strutture alberghiere sono state sottoposte ad amministrazione giudiziaria.

Si tratta di alberghi/resorts della costa jonica crotonese, riconducibili ad un noto gruppo imprenditoriale, famose anche per l’organizzazione di banchetti, grandi eventi e cerimonie. Il provvedimento di sequestro è la conseguenza di attività investigative e di una parallela verifica fiscale, effettuata nel 2019, all’esito della quale veniva contestata la sottrazione a tassazione di proventi per oltre 3 milioni di euro. 

 

L’associazione criminosa utilizzava il metodo della sotto fatturazione dei corrispettivi ricevuti per l’attività di ristorazione fornita in occasione dei grandi eventi. Il sistema di evasione fiscale era certamente agevolato per il fatto che normalmente i banchetti venivano pagati in denaro contante, pagamenti questi che non venivano registrati in contabilità.

In pratica le “buste” che gli invitati regalavano, ad esempio, ai novelli sposi, erano guadagno “in nero” per la società.  

 

Le indagini culminavano con una serie di perquisizioni locali nel corso delle quali veniva rinvenuta, nascosta all’interno dell’infermeria della struttura alberghiera, una doppia contabilità, parallela a quella ufficiale, particolarmente strutturata e analitica.

I finanzieri scoprivano inoltre che lo “chef” della struttura teneva una sua personale e meticolosa rendicontazione dei singoli eventi, con la quantificazione precisa del numero degli ospiti distinti per singola data. Allo chef, per la sua “precisione contabile alternativa”, veniva riconosciuto un compenso extra pari a 1,50 euro per ognuno dei 127.000 ospiti che si sono recati presso l’albergo. 

Le indagini esperite hanno, quindi, consentito di ricostruire esattamente quanto è stato sottratto a tassazione.