«È come se fossimo sequestrati in casa nostra». È così che si sentono i residenti dello storico quartiere marinaro di Fuscaldo, che sorge a ridosso del lungomare, in una zona centralissima del paese. A preoccupare i cittadini è un cantiere a cielo aperto, fermo da un mese, che starebbe causando enormi disagi e pericoli alla viabilità e all'igiene pubblica e che metterebbe a rischio l'incolumità di chiunque si appresti ad entrare in quell'area.

Il cantiere

I lavori sono stati finanziati dal Comune di Fuscaldo ed eseguiti da una ditta appaltatrice, riguardano il rifacimento di un ampio tratto di strada, per il quale il progetto dell'amministrazione del sindaco Gianfranco Ramundo avrebbe previsto la realizzazione di sanpietrini. Il cantiere è stato aperto a gennaio scorso e i lavori sono proseguiti fino a qualche settimana fa, poi si sono interrotti per motivi che non sono stati resi ufficiali. Fatto sta che il progetto non è stato ultimato e numerose abitazioni sarebbero rimaste "intrappolate" all'interno del cantiere, che secondo alcuni esponenti del movimento politico cittadino "Cambiamo Insieme" non rispetterebbe gli standard di sicurezza.

La preoccupazione di Annina

Tra gli abitanti che lamentano disagi c'è anche Annina, una gentile signora di 88 anni che di giorno vive da sola e che a causa di diverse patologie è spesso costretta a chiamare i soccorsi. Ma l'ultima volta l'ambulanza avrebbe perso del tempo prezioso prima di raggiungere la sua abitazione, perché quando si è trovata in prossimità dell'indirizzo ha trovato l'accesso sbarrato e avrebbe girato a vuoto diverse volte prima di capire come raggiungere la casa, alla quale si accede grazie a una tavolozza di legno procurata dal figlio. Non solo, zia Annna, così la chiamano nel quartiere, vive costantemente oppressa dal lezzo nauseabondo che fuoriesce dai tombini fognari lasciati scoperti: «A volte - ci dice - mi sento soffocare, non riesco a respirare. Chiamo i miei figli anche in piena notte perché non riesco a dormire, ma loro che posso fare?».

Tombini e fili elettrici scoperti

La puzza di fogna che si propaga per tutto il quartiere non è l'unico inconveniente. Dai tombini, tutti rigorosamente scoperti, uscirebbero anche i topi, che puntualmente proverebbero a infilarsi nelle abitazioni a piano terra. Le buche, oltretutto, sono profonde e i residenti temono che qualche bimbo possa finirci dentro, dal momento che è facile accedere all'interno del cantiere. Dal lato del lungomare, ad esempio, di protezioni non c'è traccia. «E che dire dei fili di corrente lasciati scoperti - dichiara Francesco Lanza, del gruppo "Cambiamo Insieme" -? Sono attaccati all'elettricità? Che succederebbe se per sbaglio un bambino, o anche un passante, dovesse caderci sopra? Vogliamo che qualcuno ci dia delle risposte».

Problemi alla viabilità

«Anche i vigili del fuoco avrebbero difficoltà a raggiungere le abitazioni in caso di emergenza», dicono ancora i residenti. La realizzazione dei lavori avrebbe ha inciso pesantemente sulla viabilità cittadina costringendo gli abitanti a compiere lunghi giri per rientrare nelle proprie abitazioni. Per andare da una parte all'altra del borgo, poi, le auto devono percorrere una strada che danni è interessata da un'interruzione lungo una corsia e spesso il traffico si congestiona. «Quando tra meno di 15 giorni arriveranno migliaia di turisti - osserva Lanza - che cosa accadrà? Come faranno le auto a circolare senza rimanere intrappolate?».

Sì ai lavori, no ai disagi

I cittadini del borgo marinaro, ormai esasperati, si sono rivolti al movimento "Cambiamo Insieme" affinché si faccia portavoce del loro disagio. «Noi non siamo affatto contrari alla realizzazione dei lavori - spiega Claudio Gullo -, anzi, siamo contenti quando si fa qualcosa di buono per la nostra cittadina. Vogliamo soltanto sapere - dice rivolgendosi all'amministrazione comunale - quando finirà questo calvario». Ed ancora: «Contestiamo l'abbandono del cantiere e i mancati controlli». «Si deve intervenire prima che qualcuno si faccia male» gli fa eco Lanza, che conclude rivolgendo una domanda agli amministratori: «Questo cantiere vi sembra sicuro?».