VIDEO | La giovane donna aspettò 9 ore prima di essere operata d’urgenza quando le sue condizioni apparvero ormai gravi. Poi fu trasferita in coma a Catanzaro dove si spense dopo 20 giorni di agonia. La Procura ha aperto un’inchiesta
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L’avvocato Leo Sulla che difende la madre della povera Benedetta Godano deceduta a Catanzaro dopo venti giorni di calvario mantiene riserbo e misura: «Se l’intervento fosse stato tempestivo, anziché arrivare dopo tante ore di attesa in Pronto soccorso, Benedetta sarebbe morta lo stesso?» Certo è che il sospetto caso di malasanità verrà affrontato dalla magistratura che ha già compiuto passi importanti. Infatti, l’esposto della famiglia rivolto verso ignoti proprio a firma dell’avvocato Leo Sulla, è stato evaso dalla Procura di Catanzaro, anche perché la giovane Benedetta è arrivata a Germaneto qualche giorno prima di morirci, trasferita, già in coma, proprio dal nosocomio di Crotone.
Due periti nominati dalla sostituta Irene Crea si sono riservati i 90 giorni canonici per le deduzioni dell’esame autoptico eseguito dal medico legale Pietrantonio Ricci. Il procedimento oggi è ancora contro ignoti, ma la tragica domanda della madre di Benedetta sui tempi di primo intervento, coinvolge inevitabilmente i sanitari del San Giovanni di Dio che si sono occupati della 28enne Benedetta; la giovane era lì giunta in ambulanza lamentando forti dolori addominali.
La ricostruzione di quelle tragiche ore
È la mattina del 7 aprile e dopo alcune ore di attesa al Pronto Soccorso, dove sarebbe stata registrata in codice verde, la ragazza torna a casa. I dolori, però, continuano, ed è così costretta a richiamare l'ambulanza, che la trasporta nuovamente al Pronto Soccorso, dove sarebbe stata sistemata in un corridoio fino alle 21.30, sempre in codice verde.
Le condizioni della ragazza peggiorano, inizia a vomitare con insistenza e così viene prima spostata in una stanza e successivamente trasferita nel reparto di Chirurgia. Lì, alle 7 del mattino successivo, sarebbe partita l’operazione d’urgenza ed il successivo trasferimento nel reparto di Rianimazione in stato di coma con la diagnosi di pancreatite. Il calvario prosegue, sempre in coma farmacologico, al Policlinico Universitario di Germaneto dove viene trasferita il 17 aprile: la giovane lì muore il 24 aprile.
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L'associazione Codici: «Rispettare il dolore della madre»
Oggi è intervenuta duramente anche l'associazione Codici che da anni è impegnata in azioni legali contro la malasanità. Ma l’avvocato Sulla è convinto che si debba tenere un profilo che rispetti il dolore immenso della madre che aveva perso lo scorso anno anche il marito e oggi l’unica figlia. «Certo è che le segnalazioni circa un Pronto Soccorso sovraccarico di urgenze, a Crotone, si ripetono e raccontano di attese lunghissime prima di essere visitati - conclude l’avvocato Leo Sulla - e noi stiamo ponendo queste domande anche per scongiurare che il perdurare di situazioni così complicate possano rischiare di appesantire ancora di più un servizio così importante». E non è un caso che nel lungo report della Via crucis della Calabria descrivemmo come, nel Crotonese, vi sia una sanità all’anno zero e una situazione del Pronto Soccorso più che paradossale.