VIDEO | I primi verbali dell’ex presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, ora collaboratore di giustizia, chiamano in causa l’ex governatore della Calabria: «Fare giunta con lui era una presa per il culo, dava troppo ai De Stefano»
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«Altro che Modello Reggio, era un modello di cartone. (…) Fare Giunta con Giuseppe Scopelliti era una gran presa per il culo. Lui era vicino ai De Stefano». Seby Vecchio inizia a riempire i verbali davanti ai magistrati della Dda di Reggio Calabria. Da qualche mese, infatti, l’ex presidente del Consiglio comunale e assessore collabora con i pubblici ministeri, dopo l’arresto nell’inchiesta “Pedigree 2”.
C’è da dire che grande parte dei verbali di Vecchio risultano al momento pieni di “omissis”, segno che ci sono indagini in corso da parte della magistratura reggina. Perché Vecchio conosce alla perfezione dinamiche e relazioni della politica dello Stretto ed anche quelle cointeressenze che ne hanno caratterizzato soprattutto gli anni scorsi. Lui, infatti, è stato uno dei protagonisti del “Modello Reggio”, ma oggi potrebbe anche diventare il primo vero “pentito” interno di quell’epoca.
«Era tutto una presa per il culo»
Seby Vecchio non ha dubbi: «Fare Giunta con Giuseppe Scopelliti era una gran presa per il culo, era tutto… cioè ci sedevamo, qualcuno ogni tanto dei suoi, del cerchio magico faceva qualche parte, ma non c’era considerazione, era già tutto fatto eh… preconfezionato e via, se volevi era così sennò era lo stesso, o te ne andavi a casa; vedi il fatto di quando io e Demetrio Porcino ci siamo ritrovati in due, tre Giunte, adesso non ricordo nello specifico, da soli, con Giunta convocata, eh… e non riuscivamo a capire (…). Alla fine siamo arrivati ad essere invitati a casa di Peppe Sergi, in maniera, non mi ricordo con chi… con chi sono stato invitato, per me una novità, per me… dissi io: «Eh, mamma mia!», mi sentivo quasi importante, no? Ho detto: «No, mi invitano eh!», non avevo capito, sono stato rimproverato da Scopelliti perché non avevo capito che non si doveva andare in Giunta perché era entrata la guerra tra Scopelliti e Raffa, come ben lei sa, suppongo, per il Decreto Reggio. Ecco questo era l’andazzo della situazione politica, una situazione politica… altro che Modello Reggio, modello di cartone, cioè tutto fatto, tutto ben… aveva lavorato abbastanza bene Peppe e chi dietro di Peppe Scopelliti».
I De Stefano vicini a Scopelliti
Nei verbali di Vecchio c’è spazio anche per l’ex governatore della Calabria e sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti. Secondo l’ex presidente del Consiglio, Scopelliti era «vicino ai De Stefano, lo sanno pure ormai i ragazzi dell’asilo, ma c’è stato un momento che è stato fischiato in pubblico comizio, Peppe Scopelliti, da Cesare, a Piazza Indipendenza, uh… c’è stato, detto da Mimmo Morabito dopo, un attimo di rappacificamento nel senso, come si usa di… forse gli hanno tirato un pochettino le orecchie a Peppe Scopelliti, anche l’altro schieramento, cioè i Condello, parliamo delle famiglie più grosse, questo dove… dove io… lo vengo a sapere ma lo vedo in prima persona».
Ed è qui che Vecchio racconta l’episodio che lo vide a Roma, in compagnia di Alberto Sarra, quando incontrarono il gestore del Café de Paris: «Me li presentarono come quelli degli Alvaro», ricorda. E poi soggiunge: «Alberto scese ed io e Mimmo Morabito abbiamo aspettato fuori, in queste colonne è passato un signore e Mimmo mi ha detto: “Sai chi è quello?”. Io sinceramente dissi: “No, non so chi è”, ed era Paolo Martino, mi sono fatto dire in poche parole perché, onestamente non ero al corrente, per quanto potevo essere alla squadra mobile, cioè questo Paolo Martino non lo conoscevo, non sapevo l’esistenza. Lui mi spiegò la figura carismatica, ‘ndranghetistica di Paolo Martino e mi ha detto: “Fatti i cazzi tuoi, Alberto si sta (incomprensibile) perché devono aggiustare alcune cose a Reggio perché mi sa tanto che tuoi compare…”, mio compare è Peppe Scopelliti perché mi ha fatto il testimone al matrimoni, eh, “dà troppo verso i De Stefano e deve darsi una regolata”, e non so se vi ricordate o meno, sempre poi scendendo a Reggio, parlando con Mimmo Morabito, ci sono state alcune rappresaglie che poi, insomma, gli hanno sparato il camion della Leonia, hanno fatto qualche piccolo danno, qualche piccolo movimento, che per chi non sa o non sapeva non si riusciva a capire, però Mimmo mi confermava invece che era tutto in virtù di questa spartizione economica da parte di Peppe Scopelliti troppo verso i De Stefano e non a parificazione con le altre famiglie di un certo peso».
Una situazione che sarebbe stata chiara anche a Sarra, il quale avrebbe detto a Vecchio: «Ora virimu si Peppi si dà ‘na regolata o meno». Insomma, a giudizio dell’ex presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, quelle contestazioni a Scopelliti furono collegate alle fibrillazioni interne alle cosche, per il trattamento ricevuto dal sindaco dell’epoca: «È stato detto tra di noi, che tutto questo era avvenuto proprio per questi motivi». Vecchio è più esplicito: si diceva che «Reggio Calabria mangiava sulu i nu latu». E il lato era quello dei De Stefano.